Quest’estate mi allenavo in montagna nel mio solito posto, una piccola valle circondata da una foresta di pini (mica male, eh?), stavo studiando il mei hua chuan (tecnica del fiore di prugno), quando all’improvviso percepisco un movimento alla mia sinistra: mi giro e vedo due cani che dalla cima della collinetta, scendono di corsa verso di me. Erano due cani bastardi, probabilmente randagi e puntavano verso di me a tutta velocità. Con un rapidissimo movimento giro il capo mi accorgo che il mio pang (bastone corto) è troppo lontano. Allora mantengo la calma e scendo in guardia (kua hu shih, che vuol dire “fare un passo avanti come una tigre”) e fisso negli occhi quello che mi sembrava il capo dei due. Loro continuano a correre, velocemente, lungo il dorso dell’altura. Il mio respiro inizia a rallentare, i miei muscoli iniziano a rilassarsi, il mio qi inizia a spostarsi verso il centro del mio addome e poi verso i quattro arti.
Non sento più i rumori del bosco, gli uccelli, il vento e i campanacci delle mucche, il verde del prato, dei pini e del cielo inizia a sbiadirsi in un unico colore verde sbiadito, in cui i due cani, due macchie nere, si muovono lentamente.
Sì, ecco, sono pronto…
Improvvisamente tutto si muove più velocemente e anche i colori e i rumori non sono più opachi e soffusi; cosa succede, mi chiedo: all’improvviso, quando sono a una decina di metri da me virano e se ne vanno da un’altra parte, fuori dal mio controllo e dalla mia portata visiva.
Esco dalla guardia, mi rilasso e riprendo l’allenamento.
“Quando un cane ringhia, abbaia o comunque mostra un comportamento aggressivo nei confronti dell’essere umano, è necessario assumere atteggiamenti distensivi e amichevoli nei suoi confronti; […] [il cane] riscontra nell’essere umano un suo pari, ma di un altro branco, privo di ogni intento aggressivo [nei confronti del suo branco]. […]
Sono misurati il 73% dei casi in cui il cane ignora l’essere umano e si allontana; il 12% ha atteggiamenti neutri pur rimanendo ad osservare il comportamento altrui; 8% ha atteggiamenti amichevoli; il 6% mantiene atteggiamenti aggressivi e l’1% attacca l’essere umano.[…]
Possiamo con certezza affermare che la maniera migliore di reagire di fronte a un cane che ha un comportamento aggressivo è quello di mantenere a propria volta un atteggiamento amichevole.[…]
Atteggiamenti che un cane considera amichevoli sono: mostrare il fianco oppure sbadigliare vistosamente.” (E. Pagani: Elementi di etologia canina: il Randagismo, 2009)
Passano una ventina di minuti durante il quale il mio allenamento diventa più intenso e vedo in lontananza dal sentiero che esce dalla foresta, i due cani di prima che corrono abbaiando verso di me, seguiti da altri sei cani; l’intero branco inizia a correre latrando e guaendo. Alle loro spalle un vecchio agita vigorosamente le braccia urlando qualcosa che sembra un “fermi, tornate qui!”; ma non lo sento neanche: immediatamente con un salto, afferro il bastone mi sposto di un paio di passi su una zona più alta, valutando una posizione favorevole per affrontare il branco di cani.
“Non fanno niente!” urla il tipo sempre più allarmato. I cani si mettono a semicerchio intorno a me e abbaiano tutti tranne il capo branco che ringhia. In un attimo passano mille pensieri: provo ad aprire il libro di comportamento animale al capitolo Atteggiamenti Amichevoli.
Chiudo il libro
Impugno il pang, scendo in guardia con un fasheng (è un grido ) e inizio a roteare sopra la mia testa e intorno al corpo il bastone con un movimento largo. Punto al capobranco, al primo cane che si muove, colpisco lui. I cani invece si fermano, come incantati e inebetiti seguono con la testa il movimento del bastone; all’improvviso il capobranco smette di ringhiare e fugge via verso il padrone che nel frattempo non aveva smesso di urlare.
I cani si allontanano. Rimango in guardia, li osservo mentre sia allontanano, li osservo ancora quando il vecchio riesce a riprendere il loro controllo, li osservo mentre il vecchio allarga le braccia come per scusarsi, li osservo mentre si allontanano, li osservo ancora quando escono dalla mia vista. Allora esco dalla guardia e mi rilasso
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