sabato 29 novembre 2025

Speaking words of wisdom XLVII

Sei bella come una Borsa di Albisola.

(è un complimento

Spiegone: è una borsa della spesa (Ikea, Esselunga ecc) che io preparo quando sono in questa città triste, dove metto le cose che devo portare al mare nel weekend (vestiti, ferramenta, roba...)


sabato 1 novembre 2025

Speaking words of wisdom XLVI

Il vero amico, quando gli dici che non bevi più, apre un’altra bottiglia di vino. 

O ti ordina l’ultima birra.

martedì 28 ottobre 2025

AQP XXI - L'ora del Drago

L'asino quanto pesi di oggi riguarda una sessione di Dungeons & Dragons.
La premessa è semplice: noi giochiamo il lunedì, al massimo fino alle undici. A volte sforiamo fino alle undici e mezza, o persino a mezzanotte — ma solo in casi rarissimi, quando c’è da uccidere il drago o la trama è talmente intricata che non si può proprio lasciare a metà.
Ebbene, io sono il Dungeon Master. Dirigendo la partita, tengo sempre d’occhio l’orologio appeso alla parete, per regolare i ritmi del gioco (visto che i cellulari sono banditi dal tavolo).
Ieri sera guardo l’ora: le 22:30. Le lancette si muovono inesorabilmente verso le undici. Tuttavia, il resto del gruppo sembra rilassato, tranquillo, e con tutta l’intenzione di giocare senza fretta.
Le 23:15... le 23:30... e infine, con estrema calma, a mezzanotte i ragazzi si alzano e se ne vanno.
Strano, penso. Di solito a fine sessione corrono via come se li inseguissi col drago in persona.
Metto a posto la cucina, carico la lavastoviglie, pulisco il tavolo, ripongo libri, dadi e miniature. Poi mi preparo per andare a letto e, nel momento in cui sto per spegnere il cellulare, vedo l’ora: 23:48.
Un po’ assonnato mi giro sul cuscino pensando che devo aver visto male.
Ma proprio mentre sto per addormentarmi... mi ricordo dell’ora solare.
Non c’è bisogno dello spiegone, miei piccoli lettori, vero?

domenica 14 settembre 2025

Speaking words of wisdom XLV

Anche le Fossette di Venere dovrebbero essere dichiarate patrimonio dell'UNESCO.
(Sub. Speaking words of wisdom XXXIII)

mercoledì 10 settembre 2025

AQP XX - Blind walking

L’asino quanto pesi di oggi è perdere gli occhiali da vista nel tragitto dal parcheggio a casa.

Trenta metri.

Ho guidato con gli occhiali da miope, parcheggio, li tolgo, metto quelli da sole e penso:
“Sono solo pochi passi, arrivo a casa anche in blind mode.”

Arrivo a casa, mi chiedo dove siano gli occhiali.
Non ci sono più.

Trenta metri.
Non un chilometro, non un quartiere.
Trenta.

p.s.

Sì ho guardato in macchina, ho chiesto al custode e al macellaio. Non ci sono. 

domenica 31 agosto 2025

Educazione Adolescenziale

Agata è arrabbiata.
L’ho messa in castigo per un comportamento tipicamente adolescenziale:
ha detto una bugia, mi ha preso per il culo, e poi ha negato sia di avermi preso per il culo, sia di aver detto la bugia.

Risultato: cellulare ridotto a 30 minuti dopo i pasti.
(I genitori lo sanno: “blablabla è per il tuo bene, responsabilità, tempo di qualità, eccetera eccetera”.)
Ieri Agata ha cercato di negoziare:
 «Papà, posso togliere dieci minuti dal pranzo e aggiungerli alla sera?»
Rifiuto secco, con tanto di spiegazione pedagogica da manuale. Lei, prevedibilmente, ha piantato il muso.

Cinque minuti dopo:
Io: «Agata, mi accompagni a fare un giretto in moto?»
Agata: «NO.»
Io: «Dai, andiamo a Savona, facciamo anche la spesa…»
Agata: «NO.»
Io: «Ok, gelato da Superfrutto. E mentre io sono al Brico, tu passi da DM a prendere il regalo per la tua amica.»
Agata: «Ok!» (entusiasta)

Forse crescere una figlia adolescente non è questione di punizioni o grandi discorsi educativi.
Forse è solo negoziazione geopolitica: tu metti una regola, lei piazza il muso, e alla fine vi trovate a mangiare un gelato mentre pianificate una spedizione al Brico.
E ti rendi conto che, in fondo, sei già felice così: lei ti odia… ma in moto ci viene.

Agata, since 2010.


lunedì 11 agosto 2025

Speaking Words of wisdom XLIV - Assioma dei rapporti scolastici

Figli amici = genitori antipatici.
Genitori simpatici (e Milf notevoli) = figli che si odiano.
Eccezione: insopportabili tutti, figli compresi.
Estensione Milf: “ti vedo come un amico” = scadenza h. 23, con "Scusa ma  domani ho l'aereo alle 6.30" 

domenica 10 agosto 2025

Quella testa di minchia di mio cognato

Tutti abbiamo un cognato che, ogni tanto, prenderesti volentieri a scarpate in faccia.
Il mio non fa eccezione.

Siamo al mare: il Porco, la sorella del Porco (perché “Porca” suona male) e il cognato del Porco.

Sorella: «Che leggi?»
Porco: «Le correnti dello spazio, un classicone di Asimov. Quasi finito.»
Sorella: «E com’è?»

Io e mia sorella, culturalmente stratosferici come sempre, iniziamo a parlare di robe elevate e dei massimi sistemi — cose che il cognato non riuscirebbe a concepire nemmeno con un manuale illustrato.
Parto con una piccola recensione in stile quarta di copertina, giusto per dare l’idea.

Sorella: «Bello! E dopo che leggi?»
Porco: «Vorrei finalmente prendere in mano Il profumo di Süskind.»
Sorella: «Cavolo! Bellissimo, ti potrebbe piacere perché è duro, pesante, difficile… e a volte ci sono descrizioni molto realistiche…»

Ed ecco che interviene il cognato.
Lui, fino a quel momento, stava spippolando su Facebook, estraneo e sereno come un turista giapponese in mezzo a una rissa.
Alza la testa e, con la leggerezza di una bomba nucleare, dice:
 «Sì, perché poi lui muore…»
…e aggiunge due parole che mi rivelano tutto.

Quella testa di cazzo mi ha appena rovinato il finale.
Non tanto per il fatto che muore — quello lo potevi anche intuire — ma come e perché.

Io non mi sono nemmeno arrabbiato.
Non ce n’è stato bisogno.
Ci ha pensato mia sorella.
Minchia, quante gliene ha dette…
E mentre lo trituava mentalmente, io da amante della fantascenza l'avrei teletrasportato sulla Event Horizon o sulla Nostromo. 


giovedì 7 agosto 2025

AQP XIX - Lenti

Mi sono dimenticato di mettere la soluzione nelle lenti a contatto morbide.

Risultato: essiccate. Fossili. Due tartufi oculari pronti per l’Età del Bronzo.

Bravo Porco.
Occhi secchi, cervello pure.



martedì 29 luglio 2025

La focaccia e la spremuta

Agata dà ancora soddisfazioni.
Ieri sera, con gli occhioni della figlia modello e la voce suadente da ninja delle emozioni, mi ha detto:
«Papi, mi svegli domani mattina presto (tipo alle 6.30) che andiamo al mare insieme?»
Io, ingenuo come sempre, ho creduto di essere stato scelto. Alle 6.30 l’ho svegliata con delicatezza e ottimismo.
Lei ha biascicato:
«Inizia ad andare, arrivo.»
Alle 9 e mezza — nove e mezza — mi arriva un messaggio:
«Papi arrivo. Mi sono addormentata… per sbaglio.»

Per sbaglio. Capite?
Non volontariamente. Non per pigrizia. Non per sonno.

Per. Sbaglio.

Post scriptum. Anzi, post postem

Io: «Agata, vado al mare. Ti ho lasciato la focaccia sul tavolo e il succo d’arancia in frigo. Hai capito?»
Agata:
«Mmhhubbsss... hai capito?»
Io: «Cosa c’è sul tavolo?»
«Ghggmmsrrr... focaccia.»
«Ok. E in frigo?»
«Gfaghhghh... spremutahggsffff.»

Più tardi, in spiaggia:
 «Era buona la focaccia?»
«Sì papi, proprio buona.»
«Con il succo si accompagnava bene, vero?»
«Ehhhh...- realmente diapiaciuta- j mi sono dimenticata.»

Agata, since 2010

Riflessione
A volte il Porco si chiede se crescere una figlia significhi educarla… o semplicemente assistere, in religioso silenzio, alla costruzione di una divinità minore del caos.
Una che ti ama davvero, ma solo dopo le 10 del mattino, e che ti guarda negli occhi con tutta la sincerità di chi ha dimenticato il succo ma non la focaccia.
E tu sei lì, con la sabbia sotto ai piedi e un panino a metà, a pensare che forse va bene così.
Perché l’immortalità, dopotutto, è un messaggio delle 9 e mezza che dice "mi sono addormentata per sbaglio".