Appunto!
venerdì 26 giugno 2015
Asino Quanto Pesi VII
Apri la casa al mare, apri le
finestre per arieggiare, apri il gas, apri l’acqua, accendi lo scalda bagno,
prepari il letto. Metti in carica lo smartphone. Cazzo non si carica. Cambi la presa,
non si carica ugualmente. Carica batterie rotto. Merda! Esci subito perché sei
quasi scarico, compri il caricabatterie. Rientri, metti di nuovo in carica. Non
funziona. Merda! Cellulare rotto. Spegni e riaccendi lo smartphone. Non va! Ci
dovrebbe essere un vecchio Nokia 32-e-qualcosa nello sgabuzzino. Cazzo !!!
anche la lampadina fulminata! Non c’è luce!
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AQP
martedì 23 giugno 2015
Priceless I
Attraversare la galleria delTurchino in moto, iniziare la discesa verso Genova con l’aria che si scalda, l’odore del mare e le cuffiette che attaccano con Armstrong
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viaggi
lunedì 15 giugno 2015
Solstizio del Porco
Da oggi fino al 27 giugno, il Porco
festeggia il Solstizio d’estate con grandi feste e celebrazioni. Difatti da
oggi per circa quindici giorni, per una strana combinazione architettonica il
sole batterà dentro casa mia per circa due ore.
Le celebrazioni a colpi di pizza, ovetti Kinder e bacchette delle principesse sono iniziate però sabato quando Alice è tornata a casa, guarita, dall’ospedale.
Questa volta però non era stata messa in isolamento (camera privata, bagno privato, colazione a letto, pranzo e cena “à la carte”,Rai Yoyo e Peppa Pig a gogo, rete elettrica sempre disponibile: molto noioso ma fico anche per i genitori. Questa volta eravamo in una camera normale, senza linea elettrica, ma con molta più socializzazione: sala comune per i pasti, biblioteca e sala dei giochi, volontari che fanno giocare i bambini (che dopo aver conosciuto mia figlia saranno ex-volontari e che non hanno conosciuto l’Agata se no
sarebbero al 3° piano in rianimazione).
Sembrava poi di essere in un posto tra la Caserma e un Hotel. La notte non c’era mai buio, andavi a letto alle dieci, ti svegliavano alle due, ti dovevi alzare alle sei. Bagni comuni. Ecco, in Caserma non c’erano i palloncini disegnati sui muri.
Le celebrazioni a colpi di pizza, ovetti Kinder e bacchette delle principesse sono iniziate però sabato quando Alice è tornata a casa, guarita, dall’ospedale.
Questa volta però non era stata messa in isolamento (camera privata, bagno privato, colazione a letto, pranzo e cena “à la carte”,Rai Yoyo e Peppa Pig a gogo, rete elettrica sempre disponibile: molto noioso ma fico anche per i genitori. Questa volta eravamo in una camera normale, senza linea elettrica, ma con molta più socializzazione: sala comune per i pasti, biblioteca e sala dei giochi, volontari che fanno giocare i bambini (che dopo aver conosciuto mia figlia saranno ex-volontari e che non hanno conosciuto l’Agata se no
sarebbero al 3° piano in rianimazione).
Sembrava poi di essere in un posto tra la Caserma e un Hotel. La notte non c’era mai buio, andavi a letto alle dieci, ti svegliavano alle due, ti dovevi alzare alle sei. Bagni comuni. Ecco, in Caserma non c’erano i palloncini disegnati sui muri.
Il sole batte in casa |
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Patagata,
Patatina
mercoledì 10 giugno 2015
Aspettare
Il treno era in ritardo e Adelina
si stufò di aspettare sulla panchina di legno un po' scrostata del primo
binario. Decise quindi di prendere il pullman per coprire gli ultimi trenta chilometri
che le servivano per arrivare alla stazione di Pontello.
Il pullman era già alla fermata e dopo essersi seduta nella quarta fila di destra vicino al finestrino, occupando con la giacca, il posto vicino al corridoio, si mise a leggere uno stupido romanzo rosa. Al termine della pagina, vedendo che nessuno era salito né tantomeno il motore era acceso, si alzò e chiese al conducente se sarebbe partito puntuale. Il guidatore lievemente seccato dalla domanda perché non si parla al conducente, come da cartello ben in vista, disse che ci sarebbe stato un lieve ritardo per uno sciopero della categoria.
Adelina scese e s’infilò in un’auto che sembrava fare un servizio taxi e, sedendosi alle spalle del posto passeggero, contrattò brevemente il prezzo della corsa.
Cinque minuti dopo era già immersa nei suoi pensieri che scorrevano nella sua mente alla stesso ritmo del paesaggio circostante.
Non era sicuramente la sua giornata fortunata perché dopo una decina di chilometri la macchina si fermò per un guasto al motore.
Il guidatore alzando le spalle spiegò che sarebbe andato a piedi al prossimo paese, sei chilometri più avanti, per cercare aiuto. Di fretta, in fondo, non ne aveva, la giornata era bella e si sarebbe fatto volentieri una camminata tra i campi di grano e di papaveri.
Adelina, la cui ciocca di capelli sfuggita dalla molletta tradiva il suo autocontrollo, si sedette invece all’amazzone sul sedile posteriore di una vespa di un contadino che non seppe resistere alla richiesta di un’affascinante donna di città in un elegante tailleur grigio. Rassegnata più che seccata, attese su un’altra panchina del primo binario il treno, il “suo” treno.
Si fermò alla stazione di arrivo con mezz’ora abbondante di ritardo e, con un ritardo di un’ora e mezza, arrivò alla cerimonia che però non era ancora iniziata perché, si sa, la sposa si fa sempre attendere.
Si sedette sulla sedia del testimone dello sposo, sorridendo.
“Sarà una bella giornata” pensò.
Il pullman era già alla fermata e dopo essersi seduta nella quarta fila di destra vicino al finestrino, occupando con la giacca, il posto vicino al corridoio, si mise a leggere uno stupido romanzo rosa. Al termine della pagina, vedendo che nessuno era salito né tantomeno il motore era acceso, si alzò e chiese al conducente se sarebbe partito puntuale. Il guidatore lievemente seccato dalla domanda perché non si parla al conducente, come da cartello ben in vista, disse che ci sarebbe stato un lieve ritardo per uno sciopero della categoria.
Adelina scese e s’infilò in un’auto che sembrava fare un servizio taxi e, sedendosi alle spalle del posto passeggero, contrattò brevemente il prezzo della corsa.
Cinque minuti dopo era già immersa nei suoi pensieri che scorrevano nella sua mente alla stesso ritmo del paesaggio circostante.
Non era sicuramente la sua giornata fortunata perché dopo una decina di chilometri la macchina si fermò per un guasto al motore.
Il guidatore alzando le spalle spiegò che sarebbe andato a piedi al prossimo paese, sei chilometri più avanti, per cercare aiuto. Di fretta, in fondo, non ne aveva, la giornata era bella e si sarebbe fatto volentieri una camminata tra i campi di grano e di papaveri.
Adelina, la cui ciocca di capelli sfuggita dalla molletta tradiva il suo autocontrollo, si sedette invece all’amazzone sul sedile posteriore di una vespa di un contadino che non seppe resistere alla richiesta di un’affascinante donna di città in un elegante tailleur grigio. Rassegnata più che seccata, attese su un’altra panchina del primo binario il treno, il “suo” treno.
Si fermò alla stazione di arrivo con mezz’ora abbondante di ritardo e, con un ritardo di un’ora e mezza, arrivò alla cerimonia che però non era ancora iniziata perché, si sa, la sposa si fa sempre attendere.
Si sedette sulla sedia del testimone dello sposo, sorridendo.
“Sarà una bella giornata” pensò.
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lunedì 8 giugno 2015
Apollo Dio dell'Arte e della Musica
Venerdì scorso si è chiusa la settimana
che ha visto sul palco, per ben due, volte il Porco.
Venerdi 29 abbiamo debuttato con la Leggenda del Minotauro (riletta, rivista, censurata, disneizzata ecc ecc), raccontata ai bambini dell’asilo delle Patate: il Porco nella sua mania di smisurata grandezza ha curato l’adattamento dal Mito, ha preparato i copioni, ha scelto le musiche, eseguito la Regia e interpretato Apollo (Dio, ovviamente, della Arte e della Musica) che aveva la funzione di narratore. Ma gli attori (alcuni dei genitori) sono stati bravissimi e hanno interpretato Minosse, Pasifae (la Genia), Asterione il Minotauro, Dedalo, Arianna, un Teseo di Spaccanapoli, Atena, Poseidone. Successo. Standing ovation. I 100 bambini si sono divertiti un mondo.
Venerdi 5 giugno invece io e i miei amici ballerini, ci siamo esibiti in un teatro milanese con una salsa reggaeton. Anche qui è venuto giù il teatro.
Fa strano vedere il Porco ispirato da Talia e Tersicore, piuttosto che da Bruce Lee.
Venerdi 29 abbiamo debuttato con la Leggenda del Minotauro (riletta, rivista, censurata, disneizzata ecc ecc), raccontata ai bambini dell’asilo delle Patate: il Porco nella sua mania di smisurata grandezza ha curato l’adattamento dal Mito, ha preparato i copioni, ha scelto le musiche, eseguito la Regia e interpretato Apollo (Dio, ovviamente, della Arte e della Musica) che aveva la funzione di narratore. Ma gli attori (alcuni dei genitori) sono stati bravissimi e hanno interpretato Minosse, Pasifae (la Genia), Asterione il Minotauro, Dedalo, Arianna, un Teseo di Spaccanapoli, Atena, Poseidone. Successo. Standing ovation. I 100 bambini si sono divertiti un mondo.
Il Porco Apollo col Bastone delle Arti e il Mantello della Musica |
I copioni |
Venerdi 5 giugno invece io e i miei amici ballerini, ci siamo esibiti in un teatro milanese con una salsa reggaeton. Anche qui è venuto giù il teatro.
Fa strano vedere il Porco ispirato da Talia e Tersicore, piuttosto che da Bruce Lee.
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Patagata,
Patatina
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