Il treno era in ritardo e Adelina
si stufò di aspettare sulla panchina di legno un po' scrostata del primo
binario. Decise quindi di prendere il pullman per coprire gli ultimi trenta chilometri
che le servivano per arrivare alla stazione di Pontello.
Il pullman era già alla fermata
e dopo essersi seduta nella quarta fila di destra vicino al finestrino,
occupando con la giacca, il posto vicino al corridoio, si mise a leggere uno
stupido romanzo rosa. Al termine della pagina, vedendo che nessuno era salito né
tantomeno il motore era acceso, si alzò e chiese al conducente se sarebbe
partito puntuale. Il guidatore lievemente seccato dalla domanda perché non si
parla al conducente, come da cartello ben in vista, disse che ci sarebbe stato
un lieve ritardo per uno sciopero della categoria.
Adelina scese e s’infilò in un’auto
che sembrava fare un servizio taxi e, sedendosi alle spalle del posto
passeggero, contrattò brevemente il prezzo della corsa.
Cinque minuti dopo era già
immersa nei suoi pensieri che scorrevano nella sua mente alla stesso ritmo del
paesaggio circostante.
Non era sicuramente la sua
giornata fortunata perché dopo una decina di chilometri la macchina si fermò
per un guasto al motore.
Il guidatore alzando le spalle
spiegò che sarebbe andato a piedi al prossimo paese, sei chilometri più avanti,
per cercare aiuto. Di fretta, in fondo, non ne aveva, la giornata era bella e
si sarebbe fatto volentieri una camminata tra i campi di grano e di papaveri.
Adelina, la cui ciocca di
capelli sfuggita dalla molletta tradiva il suo autocontrollo, si sedette invece
all’amazzone sul sedile posteriore di una vespa di un contadino che non seppe
resistere alla richiesta di un’affascinante donna di città in un elegante tailleur
grigio. Rassegnata più che seccata, attese su un’altra panchina del primo binario
il treno, il “suo” treno.
Si fermò alla stazione di arrivo
con mezz’ora abbondante di ritardo e, con un ritardo di un’ora e mezza, arrivò
alla cerimonia che però non era ancora iniziata perché, si sa, la sposa si fa
sempre attendere.
Si sedette sulla sedia del
testimone dello sposo, sorridendo.
“Sarà una bella giornata” pensò.
Ma guarda scorrendo il web , che a volta faccio che bel blog che ho trovato!
RispondiEliminaComplimenti..
Una mano felice nello scrivere questo racconto come tanti altri tuoi che ho letto...
L'attesa questa sconosciuta è il caso di dirlo...
Mi sono iscritta con piacere..
Felice se vorrai ricambiarmi..
Una buona serata e grazie..Abbraccio!
http://rockmusicspace.blogspot.it/
benvenuta! ti leggerò con piacere
EliminaBravo Porco, a parte qualche "sporchesso" formale che ti avrei pulito mi piace questa Adelina
RispondiEliminasi, anche secondo me ho fatto l'acrobata dei congiuntivi.
Eliminaprossima volta mi correggi la bozza