Ho fatto canoa per 20 anni, la canoa olimpica (canadese in particolare) sul lago; è un sport “povero” nel senso che non ti richiede una attrezzatura costosa, la canoa è della società sportiva, se entri nella squadra agonistica e fai le gare, non costa molto; non servono strutture particolari, un lago, un canale o uno specchio d’acqua è sufficiente: non hai un grosso contatto con le altre persone per cui ti devi vestire con i pantaloncini griffati o la maglietta ultimo grido.
Tutto questo mi ha sempre messo nella condizione di non curare molto il dressing code di quando faccio sport.
La collezione estiva prevedeva: pantaloncino corto nero (ovviamente multifunzione per calcio, corsa, bagno nel lago), ciabatta infradito, costume da bagno (ma non necessariamente), asciugamano per la doccia (non necessariamente, la doccia, se avevi fatto il bagno nel lago); dimenticavo, torso rigorosamente nudo (perché la canoa ti sviluppa un narcisismo fuori dal comune)
L’autunno-primavera aggiungeva maglietta manica corta o un lunga (di solito con lo stemmino della società), ma era l’inverno che esprimeva il meglio di noi canoisti.
Tiravamo fuori dagli armadi tutto quello che le nostre mamme ci compravano al mercato e che noi non indossavamo in situazioni extra sportive (perché siamo narcisi e abbiamo il limite del buongusto). Chi mi conosce sa che usavo un maglione color senape con il collo a “V”, dove la “V” e il bordo delle maniche erano rosse. Oppure un maglione verde smeraldo di finta angora che mi arrivava a metà braccio. Ma ho visto pantaloni a coste tagliati alla ciclista e una serie di Zampe di elefanti che in confronto Woodstock era il galà delle Debuttanti. Senza dimenticare loden a scacchi senza maniche e Kway con presa d’aria sotto l’ascella. Sensazionale.
La canoa l’ho abbandonata 7 anni fa ma non il buon gusto nel vestirmi.
Collezione estate: canotta rossa stinta o viola stinta (tutte e due della levi’s datate 1988, che usavo anche a canoa, e me la menavo perché erano griffate..) e pantaloncino polivalente.
Attenti alla collezione invernale, tipo oggi che pioveva.
Scaldamuscoli blu elettrico. Alt. Fermi. Non gli scaldamuscoli di Flashdance. Nono sono scaldamuscoli che avevo comprato per correre di inverno. Li avevo presi in un grande magazzino sportivo che erano in offerta ( ma và?, chissà come mai!) ed erano un po piccoli (io pensavo e penso tuttora che quando dimagrirò mi staranno alla perfezione). Intanto il prosciutto del Porco fa la sua, appunto, porca figura dentro questa tutina uguale a quella di Superman.
Siccome i prosciutti devono stare al caldo ci metto su dei calzoncini da ciclista di colore nero stretch, rigorosamente di cotone (perché il sintetico mi da un po’ fastidio). Questi li ho presi lo stesso giorno della “Superman” e siccome non c’erano da pantaloncini da ciclista di cotone da uomo, sono un modello da donna (XL per l’esattezza), mi vanno comunque bene anche senza superman sotto perché ho un po’ di “sguattamento” sui fianchi. Io ingrasso come le donne (cioè sul culo e le cosce)
Completano i calzettoni bianchi lunghi da tennis alle caviglie come (questa volta, sì) Flashdance.
Sopra è abbastanza sobrio: 2 magliette di cotone, una maglietta manica lunga cotone, una maglietta manica lunga tipo “maratona” traforata e felpa di Fiorucci anno 1989. Anche questo un altro pezzo di collezione. Ultima, la giacca a vento da ciclista arancione (1984. non scherzo, facevo la 5 liceo, usata anche a canoa)
Quando fa freddo freddo non può mancare la maglietta di lana maniche corte. Sì, esattamente, quella che pensate voi, quella che si metteva vostro nonno. Che è gialla. Ma era bianca quando era nuova.
Secondo voi, dopo questo post, quanti marchi di abbigliamento sportivo mi contatteranno per un banner?
Bruce. Bruce Banner.
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