mercoledì 2 dicembre 2009

Le frasi celebri: “It’s a matter of mind”

Ero all’estero con dei colleghi europei e durante una cena con bevuta, un collega inglese mi diceva che uno dei “giochi” che fanno nei pub era quello di bucare con il mignolo il sottobicchiere di birra, che è di cartone abbastanza spesso; penso che tutti abbiate presente di cosa stia parlando.
Mi spiega che serve per impressionare le ragazze, una sorta di dimostrazione di machismo.
Allora con sorpresa dei presenti, prende un sottobicchiere e con un colpo secco, lo buca con il mignolo. Ovazione.
Mi guarda e mi vede scettico e mi dice:
“Sono avvantaggiato, il mio mignolo è molto forte [highly strong]” e mi mostra questo suo tozzone che ha al posto del mignolino, ed è grosso come il mio pollice; vi lascio immaginare le altre dita del badile che ha al posto della mano;
“Tu non potresti farlo, il tuo mignolo è molto sottile. È fragile [delicate]…”, aggiunge.
Ecco, l’ha detto. Prima regola: “Mai sfidare il Porco. Mai”
Specialmente se il Porco negli ultimi anni sta sviluppando il Qi.
“No, Andy, it’s not important the strenght, It’s just only a Matter of Mind” [vi metto la traduzione, solo per mio esercizio: No, Andy, non è la forza, è solo una questione di Pensiero]
“Inoltre non hai neanche la tecnica per bucare il sottobicchiere, rischi di farti male”, lo provoco.
In effetti, lui di certo teneva il mignolo bene diritto, ma perpendicolare al metacarpo, scaricando tutta la forza dell’impatto sul nervo flessore del mignolo, in pratica sull’angolo tra il mignolo e il metacarpo, colpendo il sottobicchiere dall’alto verso il basso, come se fosse un martello. Se lo avesse fatto 10 volte di seguito si sarebbe fatto male.
“Cazzo dici, non dire minchiate, non sei capace, bla bla bla “. Ribatte,scaldandosi. Ormai la birra scorreva con facilità e la sfida era lanciata.
“Non ti ho detto che non sono capace, ti ho detto che TU non sei capace”, preciso, ridacchiando.
“Sei il solito italiano chiacchierone, bla bla bla; forza, fai vedere! non sei capace?” e sobilla il resto dei presenti che già pregustavano la sfida.
“Non lo faccio, perché non ho nulla da dimostrare” dichiaro, con fare sornione.
Prosegue per un po’ il cinema poi mi decido a prendere in mano il sottobicchiere.

Lo osservo: è rotondo, con lo sfondo in blu e la scritta in oro. Inizio a respirare più lentamente e porto il pensiero dal mio addome alla punta del mignolo e da qui al centro del sottobicchiere. Un respiro. Un altro. Non sento nessuno intorno a me, il ristorante è diventato vuoto e sfocato. La folla che parla e fa rumore, ora muove silenziosamente la bocca su delle facce confuse che non riconosco. E adesso anche la mente si è svuotata. Serro il pugno, distendo il mignolo che è diventato una punta di acciaio nel manico della lancia formata da mano,polso e braccio fino al gomito. Non lo vedo neanche partire e colpire. Ma all’improvviso si sentono di nuovo chiasso e risate e con un sorriso porgo ad Andy il sottobicchiere: “See. It’s a Matter of Mind!”

3 commenti:

  1. anni di kung fu e non mi buchi neanche un sottobicchiere? e che li ho spesi a fare i soldi per farti studiare?

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  2. ma certo che lo ho bucato...
    cioe tu dici che era il risultato minimo?

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