Quando avevo otto anni, per farmi mangiare la verdura, mia madre faceva l’insalata russa. Siccome era tutta verdura cotta ha provato a metterci dentro l’insalata, i pomodori e i finocchi e io mangiavo tutto; poi è ritornata al periodo “cotto” con gli spinaci, i cavolfiori e i funghi: e io buttavo giù tutte queste verdure che prese singolarmente mi disgustavano.
Poi è stato il periodo proteico. Maionese con carne lessa: manzo, pollo e poi pesce; poi l’upgrade è stato con la salsa tonnata. E lì mia madre capì che non avrebbe avuto più limiti. Sapeva che qualcuno avrebbe finito gli avanzi del giorno prima. Gli ultimi anni che vivevo con i miei, mia madre mi ha “tonnato”: riso in bianco, polenta, pollo alla cacciatora e salmone affumicato; e quando le combinazioni le sembravano troppo audaci, ritornava alla maionese: e mi ricordo di aver mangiato: bistecche ai ferri fredde, formaggi, pasta (qualsiasi condimento) e una volta ha messo l’insalata russa nel vitello tonnato classico.
Ora per farmi passare da casa sua, il lunedi sera mi telefona e mi dice: “Porco, domani c’è il mercato, compro il pesce e lo metto in maionese, passi a mangiarlo?”. Impossibile resistere.
Ah, dimenticavo. Mi chiede se a Patatina mangia già il ”pesciolino” con la maionese. E io le rispondo “Solo con il bibe di bianco”. Silenzio. E mia madre che non ha il senso dell’umorismo: “Davvero gli dai già il vino bianco?”, e io bastardo: “no mamma, lo sai che con la maionese ci vuole un rosé”.
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