domenica 29 agosto 2010

Hai da accendere?

Durante il periodo canoistico (1984-2004), una parte della preparazione atletica per le gare in canoa consisteva nella corsa. La corsa è un lavoro aerobico, ti potenzia la fibra rossa dei muscoli, migliora il lavoro cardiovascolare ecc ecc.
Come allenamento standard io facevo il giro del laghetto dove mi allenavo e il posto era stupendo perché la prima parte del percorso era completamente sotto il sole , ma gli ultimi 3 chilometri il percorso si immergeva dentro ad un parco ricco di piante. D’estate, potete immaginare il piacere che avevamo noi, ventenni, atletici, abbronzati e con i muscoli torniti dalla canoa, di farsi una bella corsetta.
Un bel pomeriggio me ne vado da solo a correre, come al solito col mio pantaloncino corto nero, scarpe da ginnastica, capello corto e a spazzola (allora li avevo ancora) e naturalmente a torso nudo. E nonostante il Porco che c’era in me, fosse ancora in fase embrionale, vi posso assicurare che facevo la mia porca figura a torso nudo. Anche adesso ma allora di più.
Insomma inizio a correre, faccio i miei 3-4 chilometri sotto il sole e con il corpo lucido del sudore, mi butto dentro il parco per l’ultimo pezzo.
Dopo un po' vedo un tizio, a piedi, camminando, mi fa un cenno di fermarmi e mi chiede: “scusa hai da accendere?” e mi mostra una sigaretta.
“No, non fumo“ ansimando e riprendo la corsa.
Arrivo a destinazione un po' perplesso per quello che era successo.
Un paio di settimane dopo i giri del laghetto erano due e i chilometri erano 13 e il sole era forte. Mi mancavano i miei 3 chilometri nel parco quando un altro tizio che arrivava dalla parte opposta mi fa cenno di fermarmi e mi chiede: “scusa hai da accendere?” e io: “ e no, che non ho da accendere” e riprendo a correre.
Arrivo a destinazione, finisco la corsa, stremato e irritato, inizio a fare stretching.
Si avvicina la Bianca (la mia allenatrice) per chiedermi le solite informazioni (tempo, battiti cardiaci, se ho lavorato in aerobica, ecc. le solite cose da atleti) e le racconto, tra l’affannato e l’infastidito quello che mi era successo poco prima e la settimana precedente: e aggiungo arrabbiato “Ma cazzo., ma sei scemo, ti pare che vado a correre e mi porto dietro le sigarette e l’accendino, e poi, cazzo, ho solo i pantaloncini corti e le scarpe da ginnastica, dove cazzo vuoi che lo tenga l’accendino, quiii?” e faccio un gestaccio.
E lei:”Appunto!”.
“Come appunto?” le rispondo sorpreso
“Ma se vieni qui ad allenarti da dieci anni e non sai che alcuni “uomini” cercano e fanno gli incontri “fugaci e repentini”?"

1 commento:

  1. ben altre accensioni richiedevano, comunque non avrei capito neanche io, sempre tonta io in fatto di approcci

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