mercoledì 10 dicembre 2014

Kiki delivery service

Poi la baciò e poiché quel bacio era il frutto di un amore vero lei poté, finalmente, fare ritorno. Quest’ultima partenza fu più dolorosa delle sei precedenti.

La prima iniziò ai piedi un palo, dove le sue spoglie giacquero dopo due giorni di agonia, il sangue fluendo dalle carni lacerate aveva regalato un ultimo colore alle labbra  del viso terreo .

Durante la seconda partenza commentò che, visto dal di fuori, il suo corpo appariva grazioso e attraente e, d’accordo, senza testa, ma decisamente piacevole.

La terza dipartita non se la ricordava bene, perché quando per un solo istante riprese conoscenza, l'odore delle carni già impregnava l'aria e fumo e dolore la fecero svenire di nuovo.

Della quarta si ricordava perfettamente delle fiamme e delle altre due ragazze, colpevoli solo di essere state sorprese in un abbraccio in un bosco di notte.

La quinta volta, il ragazzo che incalzava le sue risposte aveva avuto la mano troppo pesante.

Della sesta, si ricordava che la piazza era affollata: l’uomo di cui si era innamorata aveva detto che lei lo aveva ingannato “con filtri e sortilegi”. Lei pensava che sarebbe stata la volta buona, ma non vero.

Oggi non si nascondeva più: fa tendenza dichiararsi strega.
Ma quello che le importava, era che ora non le sarebbe dispiaciuto andare in giro senza correre il rischio di sapere che avrebbe passato la vigilia della sua settima partenza in una prigione sotto i ferri di qualche idiota.
Ormai si era abituata. Erano più di tre secoli che girava per l’Europa e non pensava più che sarebbe ritornata a casa.
Fino a quando l’ultimo amante la vide per come era: il viso un po' pallido in continuo mutare, gli zigomi alti e le orecchie a punta. Non donna ma qualcosa di più. Lei se ne accorse e s’innamorarono.

Poi la baciò e poiché quel bacio era il frutto di un amore vero lei poté, finalmente, fare ritorno.
E la settima fu la più dolorosa.


5 commenti:

  1. Questo tuo racconto mi ha fatto venire in mente uno scrittore che mi piace molto: Chuck Palaniuk, per il suo stile asciutto e minimalista, che racconta di un'umanità, i cui sentimenti e le passsioni, subiscono una sorta di contamiazione horror una volta materializzatesi nella realtà. Anche i sentimenti più puri trascendono verso il male, o, al contrario, si elevano verso il martirio. Alla prima lettura questo tuo racconto mi ha trascinata nell'oscuro, impenetrabile mondo di Palaniuk, il quale esalta il pulp addentrandosi, con rabbia e compiacimento, nei particolari più macabri, evidenziando nella carne viva e sofferente, la sofferenza stessa di tutto il repertorio dei sentimenti umani.
    Il tuo racconto, Suara, invece, è scritto con un linguaggio più soft che, però, seppure in maniera più discreta, non nasconde i tagli e le ferite nella carne e nell'anima della protagonista che nonostante tutto cerca di non cedere la parte più bella di sè, al nichilismo esistenziale, non si rifiuta all'amore pur avendone sperimentato la brutalità,lei cerca, a differenza dei personaggi inesorabilmente perduti di Palaniuk, una rinascita, al di là dei destini vissuti, pur conservandone il doloroso ricordo. Una donna piagata che indomita si concede all'amore pur sapendo che il prezzo da pagare sarà altro dolore, non solo fisico ma, soprattutto, quello del tradimento, dell'esser, ogni volta, rinnegata,
    La cosa meravigliosa che io ho rilevato in questo tuo racconto, Suara, è la consapevolezza della protagonista che, nonostante la certezza dell'inferno, lei continui a credere nella rinascita.
    E non ne abbia paura.
    Una bella sorpresa questo tuo racconto, un lato inedito di te davvero apprezzabile, da coltivare :)



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    1. Grazie Amaranta.
      piu che un commento è una recensione vera e propria.
      in questo periodo non ho molta ispirazione su i miei "classici" post.
      quindi sto provando a scrivere dei racconti.
      ma, uff..., che difficile!
      poi piu li leggi e piu li cambieresti e li rileggi e li vorresti cancellare.
      e poi hai l'idea ma non sai come svilupparla.
      poi leggi negli altri blog dei racconti bellissimi e ti dici: ma che cosa sto scrivendo. e butti tutto via.
      grazie tantissimo delle tue parole.

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  2. Bravo bravo! Questo racconto di streghe e presunte tali mi è piaciuto molto..ottima scrittura!

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    1. Grazie Emi.
      sono diventato uno scrittore vecchio e triste. non scrivo piu le cazzate.

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    2. Solo perché non hai più incontrato Justin che era una musa ispiratrice.....:-)

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