Uno dei vantaggi di aver praticato la canoa, era quello che non avevi bisogno di fare le lampade abbronzanti: la stagione delle gare partiva a marzo e finiva ad ottobre, così come la mia abbronzatura. Ma gli allenamenti si facevano tutto l’anno e naturalmente all’aria aperta. Non aveva grossa importanza se c’era il sole o le nuvole o la pioggia o la neve. L’allenamento era quello, era da fare e la nostra allenatrice non conosceva ragioni: fuori in barca; così con il mio maglione giallo senape e la mia canadese (la canoa) facevo avanti e indietro sul laghetto artificiale vicino alla mia città.
È stato un po’ piu difficile dovermi adattare ai luoghi chiusi quando ho iniziato ad abbandonare la canoa per altri sport dove l’attività prevalente si svolgeva in piscina (apnea) e soprattutto ora che pratico lo shaolin chuan.
Le lezioni sono in palestra ma gli allenamenti che faccio fuori dalla palestra sono rigorosamente all’aperto. In estate fa caldo o fa freddo, piove o c’è vento, ci sono le zanzare o i cani sciolti che sporcano. Però non credo di poter fare a meno della pratica sportiva all’aperto.
Tutto questo per dirvi che adesso vi scrivo dalla montagna (sono in trentino a circa 1100 metri) ma non c’è molta neve per sciare ma mi sto allenando, al freddo, all’aperto e sulla neve.
Mi alleno in una valletta circondata da un bosco di pini, in una radura dove d’estate l’erba cresce bassa ma morbida. D’estate è splendido per i rumori, i profumi e il colpo d’occhio sulle montagne circostanti ma d’inverno con la neve, il freddo ha il suo fascino.
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