sabato 31 ottobre 2020

Sean Connery

Mi sarebbe piaciuto vederti interpretare Gandalf, ma per me sei sempre stato Ramirez. 

giovedì 15 ottobre 2020

Meravigliosa la mente di un bambino è. Il Padwan ragione egli ha. (cit. Yoda)

Raccontavo ieri che la prima volta che Alice era stata ricoverata in isolamento, cinque o sei anni fa, dopo che un ospedale ci aveva detto: “speriamo che questo (terzo) antibiotico funzioni, altrimenti non sappiamo cosa fare”, il nostro ex immunologo bravissimo ha messo in isolamento in un altro ospedale Alice per una settimana. Ci alternavamo io e la Genia, a stare con lei in questa camera blindata, dove i dottori entravano scafandrati. Nonostante Alice fosse in una situazione veramente critica, aveva il Paporco o alternativamente la mamma a disposizione tutto il giorno e tutta la notte. Man mano che passavano le ore, Alice stava meglio e anche il suo umore migliorava ed era contenta di avere i suoi genitori tutti per sé in esclusiva, 24 ore su 24 invece di quelle poche ore ogni giorno. 

Allora, quattro o cinque anni, non aveva le parole per esprimere questo concetto, la verbalizzazione di questo stato d’animo, è arrivato qualche anno più tardi da parte di sua sorella. 

In pieno lockdown, io ero a casa in smartworking, Alice e Agata, compiti, studio e didattica a distanza. Ci alzavamo al mattino, facevamo colazione, poi ci sedevamo al tavolo: io lavoravo, loro studiavano, poi giocavamo, cucinavamo, mangiavamo insieme, si guardava un cartone, fiaba e poi a dormire tutti insieme: anche qui 24 ore su 24 in esclusiva.

Agata un giorno mi guardò, credo mentre costruivamo qualcosa con i lego e disse: ”Papi, io vorrei che il covid non finisse mai".

E che le dici?



giovedì 8 ottobre 2020

Speaking words of wisdom XXXV: The Grudge

"Quando si parla di rancore, il Porco non scherza"

Quando Alice e Agata erano all'asilo, 5 e 6 anni, la loro Maestra mi aveva chiesto di organizzare uno spettacolo per i bambini con gli altri genitori. Avevo pensato di raccontare il mito di Arianna ,Teseo e il Minotauro, visto che quell'anno avevano fatto dei lavori sulla storia del Minotauro, credo di Sepulveda.

All'inizio era solo un racconto, poi molti genitori, saputo del progetto avevano voluto partecipare e quindi, piano piano, il racconto è diventato una rappresentazione teatrale: certamente adattato a bambini di quattro, cinque e sei anni. Non potevo mica spiegare il che il Minotauro era nato perché Pasifae si era invaghita di un toro e Dedalo le aveva costruito una mucca di legno per farsi ingroppare. Inoltre il Minotauro non doveva morire perché nella storia di Sepulveda era un bambino. 

Mi sono quindi inventato una storia improntata sulla maledizione che accadeva a sto bambino che l'avevano trasformato in Minotauro e dovevano liberarlo dalla maledizione; ho scritto la sceneggiatura, ho preparato il copione con le varie parti; come gli attori si dovessero muovere anche leggendo per la prima volta il copione, ho scelto le musiche, la preside ci ha dato il teatro della scuola. Non per vantarmi ma ho fatto un lavoro eccezionale, durava 30 minuti, c'erano dei pezzi che facevano ridere, Teseo che parlava in napoletano, più volte i bambini ci hanno interrotto con applausi. 



Ebbene c'era una mamma molto attiva, bravina devo dire, e all'inizio aveva una parte secondaria, poi invece visto che partecipava ed era assidua alle attività, le ho dato la parte della protagonista femminile (Arianna) che nelle ultime battute chiudeva la rappresentazione. Era importante che recitasse esattamente le stesse parole che erano scritte sul copione, gli attori recitavano con il copione in mano, un solo lavoro doveva fare, cazzo: doveva leggere. Si è messa a improvvisare e dire una cazzata dopo l'altra, e a chiudere come voleva lei la commedia. C'erano gli altri attori che non sapevano cosa dire e quindi ad un certo punto sono intervenuto per chiudere e tamponare il finale. Non se ne è accorto nessuno del pubblico, chiaramente, ma la storia si era snaturata da sola e alla fine non aveva né capo né coda. Io poi mi sono incazzato perché avevo fatto un lavoro lungo e preciso e pesante, che si integrasse con i progetti con cui lavoravano i bambini durante l'anno. Nel corso dei mesi e degli anni successivi, quando ci pensavo, mi incazzavo di nuovo. 

Recentemente mi sono capitati sottomano delle copie dei copioni che avevo preparato e mi sono incazzato ancora. Allora Alice e Agata avevano 5 e 6 anni adesso ne hanno 10 e 11. 

Cinque anni sono passati. Io sono ancora arrabbiato.