Le app di dating sono fuffa per me.
Non perché non funzioni l’idea in sé — ci mancherebbe, chi sono io per giudicare l’algoritmo dell’amore? — ma perché non riflettono le mie reali esigenze.
Tinder mi propone un’alternanza deprimente: o profili finti con IA generate col generatore "ragazza carina standard", o prostitute vere. In entrambi i casi, l’obiettivo è fotterti i soldi.
(Magari fosse solo “fotterti”.)
Facebook Dating, invece, mi propone cose inspiegabili. Tipo donne che hanno messo "madre single di 4 figli" nella bio e che cercano “uomo sincero con valori, ma con moto e casa al mare”.
Come se avessero premuto a caso su tutto ciò che non c’entra con me.
O forse l’algoritmo ha capito tutto.
Certo, è anche vero che mi posiziono alle estremità della gaussiana:
non abbastanza disagiato da disperarsi, non abbastanza banale da piacere a quelle che “adorano viaggiare e la sincerità " (ma dai? Pensavo ti piacesse passare il tuo tempo alla Lidl per incontrare uomini che ti prendono per il culo),
non così giovane da piacere alle venticinquenni, ma troppo mentalmente e fisicamente giovane per compatirmi con le “coetanee spaccate” che mi propone il sistema.
(Nota per gli umani sensibili: “spaccate” non è un insulto, è una constatazione antropologica.)
Insomma, sono nella terra di nessuno del desiderio:
troppo "saggio" per le giovani, troppo vivo per le vecchie, troppo consapevole per fingere, troppo Porco per fingere troppo.
E quindi che succede?
Succede che già è difficile organizzare un incontro. Poi scambi due messaggi, guardi meglio le foto, leggi la bio e capisci che non va bene per te.
E se proprio arrivi al vis-à-vis...
...ti cascano i coglioni sul tavolino del bar.
Quindi?
Che faccio?
(Lo chiedo a voi. Ma anche al mare, ché magari risponde prima lui.)
P.s. Non scrivete consigli, solo coordinate GPS.