Oggi è il mio compleanno. Cosa significa? Per molti, una giornata di festa, torta, candeline e sorrisi a profusione. Per me, un giorno in cui provo disperatamente a mimetizzarmi con il calendario, come se fossi una data qualunque. "Ma no, oggi non è il 22 novembre, è il 21 bis," mi ripeto mentre pianifico strategie per non farmi notare.
Spoiler: fallisco sempre.
La colpa, ovviamente, non è mia. Sono le mie figlie e i miei amici, che si ostinano a ricordarsi della mia esistenza proprio quando io preferirei essere dimenticato. Il piano è sempre lo stesso: trasformare una giornata da ignorare in un concentrato di "papà, auguri!" e "non ci pensare agli anni che passano." Certo, non ci penso: mi ci fissano loro!
Quest’anno, per esempio, con le figlie andrò a vedere P come Penelope . Il titolo è perfetto: Penelope tesseva la tela aspettando Ulisse, io invece aspetto di avere una vita sentimentale decente. E tesso... pazienza. Poi, completeremo la serata all’Hard Rock Café. Tradotto: hamburger e patatine come terapia d’urto per dimenticare che non c’è una bella ragazza al mio fianco ma ce ne sono due meravigliose.
Ma il bello del compleanno viene dopo. Quando, riaccompagnate a casa le figlie, mi trasformo nel lupo solitario del weekend. Direzione: Liguria. Inizia così il mio "compleanno alternativo," fatto di corse nei boschi, ricerche ossessive di vetrini sulla spiaggia (l’unico hobby che mi fa sentire un po’ poeta e un po’ maniaco compulsivo), e avventure gastronomiche in ristoranti sconosciuti. Cosa mangio? Non lo so mai. Mi lascio guidare dall’istinto (e da Tripadvisor), e il risultato è sempre il solito: una cena promettente ma che mi fa pensare che, forse, potevo fermarmi per un kebab.
Lo sport, almeno, è ancora un’ancora di salvezza. si corre tra gli alberi, anche se il fiato corto e i crampi ai polpacci mi ricordano che "non sono gli anni, ma i chilometri" (cit.). Però è lì, nel silenzio del bosco, che mi concedo il lusso di riflettere. Tipo: perché sono ancora single? Come ho fatto a battere i record di astinenza (e non mi riferisco al cibo)? E, soprattutto, c’è un’assicurazione che copre i danni da disastri amorosi?
Eppure, nonostante tutto, mi diverto. Il mare, i vetrini, la ricerca del ristorante perfetto: sono piccoli piaceri che compensano l’assenza di una Penelope nella mia vita. Forse non sono l’Ulisse dei tempi moderni, ma almeno non ho sirene che mi distraggono. E, in fondo, mi piace questa mia strana libertà, fatta di ironia e un pizzico di malinconia.
Quindi sì, buon compleanno a me. E grazie a chi, nonostante tutto, si ricorda di festeggiarlo. Io continuerò a cercare vetrini, correre nei boschi e, chissà, magari il prossimo weekend... no, niente: tanto sarò di nuovo da solo. Ma stavolta con farinata e un buon bicchiere di vino. E va bene così.