Non ho resistito, qualcosa ho dovuto scrivere perché se vedo i vostri commenti, inizio a schiattare dalle risate e mi passa la depressione.
Ciò non è vero ma mi piace crederlo. Che mi passa la depressione, non che schiatto dalle risate.
Comunque ho un sacco di spunti per scrivere: ci sono tre settimane di vacanze di cui due in montagna, dove continuo ad aver la conferma che sono un animale marino.
Poi adesso inizia la stagione e abbiamo un sacco di novità di cui parlare: questo è l’anno dell’esame di cintura nera e l’esame del corso istruttori per il kung fu. Poi l’osteopata mi ha detto che ho perso tono muscolare alle spalle e per evitare infortuni devo ripristinarlo e allora mi sono iscritto ad una palestra: una palestra vera, quelle dove ci sono i pesi, dove si fa l’aerobica e dove la gente per lo più fa attività sociale: volete che non trovi qualche spunto per scrivere qualcosa? Poi c’è la mia continua lotta contro il mio peso (ho messo su un paio di kg, sono 78) e il mio ottimo rapporto con il cibo. E per andare un po’ fuori tema del blog abbiamo “Casa Vianello”, la Patatina che cresce e soprattutto arriva la cicogna a metà dicembre (‘n altra femmina).
Vi piace come ho snocciolato il programma autunno-inverno?
Siccome ci sono dei lettori nuovi che girucchiano da queste parti, ho fatto un’azione di marketing.
Comunque leggerò anche i vostri di post…e li commenterò… tranne quando non ho niente da dire, cioè il più delle volte. E in particolare quando le bloggers parlano di cose da donne, cioè il più delle volte. E soprattutto non voglio leggere post di ragazze sarde che vanno al mare fino ad ottobre. A meno che non esplicitino un invito (siamo in 2 e mezzo più una pancia).
lunedì 30 agosto 2010
domenica 29 agosto 2010
Hai da accendere?
Durante il periodo canoistico (1984-2004), una parte della preparazione atletica per le gare in canoa consisteva nella corsa. La corsa è un lavoro aerobico, ti potenzia la fibra rossa dei muscoli, migliora il lavoro cardiovascolare ecc ecc.
Come allenamento standard io facevo il giro del laghetto dove mi allenavo e il posto era stupendo perché la prima parte del percorso era completamente sotto il sole , ma gli ultimi 3 chilometri il percorso si immergeva dentro ad un parco ricco di piante. D’estate, potete immaginare il piacere che avevamo noi, ventenni, atletici, abbronzati e con i muscoli torniti dalla canoa, di farsi una bella corsetta.
Un bel pomeriggio me ne vado da solo a correre, come al solito col mio pantaloncino corto nero, scarpe da ginnastica, capello corto e a spazzola (allora li avevo ancora) e naturalmente a torso nudo. E nonostante il Porco che c’era in me, fosse ancora in fase embrionale, vi posso assicurare che facevo la mia porca figura a torso nudo. Anche adesso ma allora di più.
Insomma inizio a correre, faccio i miei 3-4 chilometri sotto il sole e con il corpo lucido del sudore, mi butto dentro il parco per l’ultimo pezzo.
Dopo un po' vedo un tizio, a piedi, camminando, mi fa un cenno di fermarmi e mi chiede: “scusa hai da accendere?” e mi mostra una sigaretta.
“No, non fumo“ ansimando e riprendo la corsa.
Arrivo a destinazione un po' perplesso per quello che era successo.
Un paio di settimane dopo i giri del laghetto erano due e i chilometri erano 13 e il sole era forte. Mi mancavano i miei 3 chilometri nel parco quando un altro tizio che arrivava dalla parte opposta mi fa cenno di fermarmi e mi chiede: “scusa hai da accendere?” e io: “ e no, che non ho da accendere” e riprendo a correre.
Arrivo a destinazione, finisco la corsa, stremato e irritato, inizio a fare stretching.
Si avvicina la Bianca (la mia allenatrice) per chiedermi le solite informazioni (tempo, battiti cardiaci, se ho lavorato in aerobica, ecc. le solite cose da atleti) e le racconto, tra l’affannato e l’infastidito quello che mi era successo poco prima e la settimana precedente: e aggiungo arrabbiato “Ma cazzo., ma sei scemo, ti pare che vado a correre e mi porto dietro le sigarette e l’accendino, e poi, cazzo, ho solo i pantaloncini corti e le scarpe da ginnastica, dove cazzo vuoi che lo tenga l’accendino, quiii?” e faccio un gestaccio.
E lei:”Appunto!”.
“Come appunto?” le rispondo sorpreso
“Ma se vieni qui ad allenarti da dieci anni e non sai che alcuni “uomini” cercano e fanno gli incontri “fugaci e repentini”?"
Come allenamento standard io facevo il giro del laghetto dove mi allenavo e il posto era stupendo perché la prima parte del percorso era completamente sotto il sole , ma gli ultimi 3 chilometri il percorso si immergeva dentro ad un parco ricco di piante. D’estate, potete immaginare il piacere che avevamo noi, ventenni, atletici, abbronzati e con i muscoli torniti dalla canoa, di farsi una bella corsetta.
Un bel pomeriggio me ne vado da solo a correre, come al solito col mio pantaloncino corto nero, scarpe da ginnastica, capello corto e a spazzola (allora li avevo ancora) e naturalmente a torso nudo. E nonostante il Porco che c’era in me, fosse ancora in fase embrionale, vi posso assicurare che facevo la mia porca figura a torso nudo. Anche adesso ma allora di più.
Insomma inizio a correre, faccio i miei 3-4 chilometri sotto il sole e con il corpo lucido del sudore, mi butto dentro il parco per l’ultimo pezzo.
Dopo un po' vedo un tizio, a piedi, camminando, mi fa un cenno di fermarmi e mi chiede: “scusa hai da accendere?” e mi mostra una sigaretta.
“No, non fumo“ ansimando e riprendo la corsa.
Arrivo a destinazione un po' perplesso per quello che era successo.
Un paio di settimane dopo i giri del laghetto erano due e i chilometri erano 13 e il sole era forte. Mi mancavano i miei 3 chilometri nel parco quando un altro tizio che arrivava dalla parte opposta mi fa cenno di fermarmi e mi chiede: “scusa hai da accendere?” e io: “ e no, che non ho da accendere” e riprendo a correre.
Arrivo a destinazione, finisco la corsa, stremato e irritato, inizio a fare stretching.
Si avvicina la Bianca (la mia allenatrice) per chiedermi le solite informazioni (tempo, battiti cardiaci, se ho lavorato in aerobica, ecc. le solite cose da atleti) e le racconto, tra l’affannato e l’infastidito quello che mi era successo poco prima e la settimana precedente: e aggiungo arrabbiato “Ma cazzo., ma sei scemo, ti pare che vado a correre e mi porto dietro le sigarette e l’accendino, e poi, cazzo, ho solo i pantaloncini corti e le scarpe da ginnastica, dove cazzo vuoi che lo tenga l’accendino, quiii?” e faccio un gestaccio.
E lei:”Appunto!”.
“Come appunto?” le rispondo sorpreso
“Ma se vieni qui ad allenarti da dieci anni e non sai che alcuni “uomini” cercano e fanno gli incontri “fugaci e repentini”?"
lunedì 23 agosto 2010
Lo sportivo dal sapere inutile V
Ho mangiato il Gulash alle 9 e 12 (non le 21:12, ma le nove del mattino)
Ero in Germania di venerdi di metà agosto (avevamo iniziato a lavorare alle 7) verso le nove mi dice:
andiamo in mensa a fare colazione e a prendere dei panini per mezzo giorno perché di venredi la mensa non funziona.
Pensavo di fare colazione, non dico col cappuccino e brioche, ma c’era il gulash e non ho saputo resistere,
l’ho assaggiato: era piccantino, ma gradevole;
ho guardato l’ora ed erano le nove e dodici.
p.s.
Anche la carne era tenera.
Ci avrei messo della polenta dentro, ma in Germania ...
Ero in Germania di venerdi di metà agosto (avevamo iniziato a lavorare alle 7) verso le nove mi dice:
andiamo in mensa a fare colazione e a prendere dei panini per mezzo giorno perché di venredi la mensa non funziona.
Pensavo di fare colazione, non dico col cappuccino e brioche, ma c’era il gulash e non ho saputo resistere,
l’ho assaggiato: era piccantino, ma gradevole;
ho guardato l’ora ed erano le nove e dodici.
p.s.
Anche la carne era tenera.
Ci avrei messo della polenta dentro, ma in Germania ...
giovedì 19 agosto 2010
Letargo estivo
Con il caldo la Trip limita al minimo il dispendio di energia, va in una sorta di letargo estivo che consiste nel compiere solo le attività essenziali e cioè:
• Mangiare/bere
• Grattugiarsi le unghie sul pollo di pezza
• Cercare angoli di casa con adeguata ventilazione dove poter dormire russando come 20 vuvuzelas.
Le attività più impegnative sono rimandate a dopo il tramonto ( ovvio, è un predatore notturno, come il suo antenato lupo..).Infatti verso le 21 inizia a riattivarsi, si alza, si stiracchia e riparte. A questo punto di solito mi guarda (beh, vista la doppia cataratta diciamo che mi percepisce), fa un mezzo sorriso con la lingua di traverso e la bavetta sgocciolante e soddisfatta mi dice: “Passeggiata??”
Ok andiamo. Esce trotterellando e guarda ( si, vabbè…intuisce la presenza) con sufficienza i suoi vicini: Artù il Lagotto Romagnolo e Ramiro il Labrador addestratissimo. Ramiro è impegnato in una sfida a Sudoku con il padrone. Ci fermiamo a salutare un nuovo amico della Trip, l’asino Berto ( ormai qui è uno zoo, abbiamo anche uno scoiattolo..). I due iniziano una conversazione movimentata, soprattutto per i miei timpani. L’argomento deve essere grave, Berto sembra risentito. Chiedo alla Trip di cosa hanno discusso. Mi ha detto che Berto vuol far causa a questo blog per il post con la frase “ sei asino quanto pesi”. Ha chiesto alla Trip di rappresentarlo legalmente. Spero che il Porco abbia una buona assicurazione , la Trip non ha mai perso una causa finora. E guarda sempre le repliche di Perry Mason.
Emilys
Un altro post Porco&Cane.
• Mangiare/bere
• Grattugiarsi le unghie sul pollo di pezza
• Cercare angoli di casa con adeguata ventilazione dove poter dormire russando come 20 vuvuzelas.
Le attività più impegnative sono rimandate a dopo il tramonto ( ovvio, è un predatore notturno, come il suo antenato lupo..).Infatti verso le 21 inizia a riattivarsi, si alza, si stiracchia e riparte. A questo punto di solito mi guarda (beh, vista la doppia cataratta diciamo che mi percepisce), fa un mezzo sorriso con la lingua di traverso e la bavetta sgocciolante e soddisfatta mi dice: “Passeggiata??”
Ok andiamo. Esce trotterellando e guarda ( si, vabbè…intuisce la presenza) con sufficienza i suoi vicini: Artù il Lagotto Romagnolo e Ramiro il Labrador addestratissimo. Ramiro è impegnato in una sfida a Sudoku con il padrone. Ci fermiamo a salutare un nuovo amico della Trip, l’asino Berto ( ormai qui è uno zoo, abbiamo anche uno scoiattolo..). I due iniziano una conversazione movimentata, soprattutto per i miei timpani. L’argomento deve essere grave, Berto sembra risentito. Chiedo alla Trip di cosa hanno discusso. Mi ha detto che Berto vuol far causa a questo blog per il post con la frase “ sei asino quanto pesi”. Ha chiesto alla Trip di rappresentarlo legalmente. Spero che il Porco abbia una buona assicurazione , la Trip non ha mai perso una causa finora. E guarda sempre le repliche di Perry Mason.
Emilys
Un altro post Porco&Cane.
domenica 15 agosto 2010
The Ultimate Gaffe
Apnea circa 7 anni fa.
Una delle socie che, però non faceva parte degli atleti e non si allenava perché pesava almeno 100 chili, era rimasta incinta. A parte che me lo hanno dovuto dire altrimenti non me ne sarei accorto, con questa premessa ho fatto una gaffe classica ma modificata alla mia maniera.
Ecco il dialogo.
“Ciao” la saluto
“Ciao” mi risponde
“Era un po' che non ti vedevo, allora quando nasce il bambino?” le chiedo molto allegramente, indicando la pancia.
“LA bambinA è già nata” risponde secca e mi indica il marito con in braccio un fagotto.
E fin qui è un classico.
Ma ecco il colpo di genio.
Le dico senza perdere l’allegria: “Ah, bene. Ma non lo sapevo che erano due gemelli, l’altro quando nasce?”
Una delle socie che, però non faceva parte degli atleti e non si allenava perché pesava almeno 100 chili, era rimasta incinta. A parte che me lo hanno dovuto dire altrimenti non me ne sarei accorto, con questa premessa ho fatto una gaffe classica ma modificata alla mia maniera.
Ecco il dialogo.
“Ciao” la saluto
“Ciao” mi risponde
“Era un po' che non ti vedevo, allora quando nasce il bambino?” le chiedo molto allegramente, indicando la pancia.
“LA bambinA è già nata” risponde secca e mi indica il marito con in braccio un fagotto.
E fin qui è un classico.
Ma ecco il colpo di genio.
Le dico senza perdere l’allegria: “Ah, bene. Ma non lo sapevo che erano due gemelli, l’altro quando nasce?”
mercoledì 11 agosto 2010
Monterosa
Per preparare il viaggio in Peru che io e la Genia abbiamo fatto 3 anni fa, avevamo pensato a fare una escursione in alta montagna per vedere gli effetti della altitudine. Avevamo pensato di andare al rifugio Gnifetti, a circa 3700 metri, così come una passeggiata per abituarci.
Siccome io sono Porco di mare, la mia attrezzatura da montagna era inesistente e volevo andare al Gnifetti in scarpe da ginnastica “tanto in Peru, vanno bene lo stesso”. Invece la Genia mi ha fatto comprare delle scarpe da montagna “almeno le usiamo per fare trekking in Peru e anche qui”. Mai stato in montagna, mai fatto camminate in montagna, non so neanche cosa voglia dire Trekking.
Compro queste bellissime scarpe da trecchin e un bel sabato di fine giugno ci svegliamo alle 4, partiamo per Alagna, lì prendiamo la funivia per salire ai 2900 metri per poi affrontare a piedi l’ultimo pezzo fino al rifugio.
Ci sediamo sulla funivia e vediamo delle persone super attrezzate con scarponi, corde, ramponi, racchette e altra attrezzatura a me sconosciuta.
Io e la Genia ci guardiamo con espressione interrogativa e, aspettando da me una risposta visto che ero lo “sportivo” dei due, la assicuro con noncuranza:” no, questi vanno al Rifugio Margherita, che è un po' più in alto”.
Arrivati in cima alla funivia vedo che i gruppetti di persone si dividono in varie direzioni e, non sapendo dove andare, allora “rincorro”(a 2900 metri di altezza) un signore con il figlio e gli chiedo molto semplicemente: “scusi per andare al Rifugio Gnifetti?” come se gli chiedessi l’indicazione per l’Ufficio Postale più vicino, lui ci guarda strano e mi indica un vago “di là”.
Comunque facciamo un paio d’ore di camminata, lungo un sentiero a un metro di distanza da un burrone profondo “chilometri e chilometri”, scaliamo un pezzo di via ferrata e infine attraversiamo un ghiacciaio, con la neve fino alle caviglie e finalmente arriviamo al Gnifetti e lì ci guardano come degli extraterrestri.
Tempo di mangiarci un panino e scendiamo. Arrivati alla macchina incrociamo dei nostri conoscenti e ci chiedono da dove veniamo.
“Dal Rifugio Gnifetti”
“Ah, ma vi siete già cambiati”
“no, perché?”
La Genia era più tecnico-vestita, ma io ero in jeans, maglietta, bandana in testa e Pang (il bastone per il Kung fu) in spalla.
Alla richiesta di spiegazioni sull’abbigliamento ho detto che in Peru non sarei andato con corda e ramponi, ma, mostrandole fiero, “ho le scarpe tecniche!”
Siccome io sono Porco di mare, la mia attrezzatura da montagna era inesistente e volevo andare al Gnifetti in scarpe da ginnastica “tanto in Peru, vanno bene lo stesso”. Invece la Genia mi ha fatto comprare delle scarpe da montagna “almeno le usiamo per fare trekking in Peru e anche qui”. Mai stato in montagna, mai fatto camminate in montagna, non so neanche cosa voglia dire Trekking.
Compro queste bellissime scarpe da trecchin e un bel sabato di fine giugno ci svegliamo alle 4, partiamo per Alagna, lì prendiamo la funivia per salire ai 2900 metri per poi affrontare a piedi l’ultimo pezzo fino al rifugio.
Ci sediamo sulla funivia e vediamo delle persone super attrezzate con scarponi, corde, ramponi, racchette e altra attrezzatura a me sconosciuta.
Io e la Genia ci guardiamo con espressione interrogativa e, aspettando da me una risposta visto che ero lo “sportivo” dei due, la assicuro con noncuranza:” no, questi vanno al Rifugio Margherita, che è un po' più in alto”.
Arrivati in cima alla funivia vedo che i gruppetti di persone si dividono in varie direzioni e, non sapendo dove andare, allora “rincorro”(a 2900 metri di altezza) un signore con il figlio e gli chiedo molto semplicemente: “scusi per andare al Rifugio Gnifetti?” come se gli chiedessi l’indicazione per l’Ufficio Postale più vicino, lui ci guarda strano e mi indica un vago “di là”.
Comunque facciamo un paio d’ore di camminata, lungo un sentiero a un metro di distanza da un burrone profondo “chilometri e chilometri”, scaliamo un pezzo di via ferrata e infine attraversiamo un ghiacciaio, con la neve fino alle caviglie e finalmente arriviamo al Gnifetti e lì ci guardano come degli extraterrestri.
Tempo di mangiarci un panino e scendiamo. Arrivati alla macchina incrociamo dei nostri conoscenti e ci chiedono da dove veniamo.
“Dal Rifugio Gnifetti”
“Ah, ma vi siete già cambiati”
“no, perché?”
La Genia era più tecnico-vestita, ma io ero in jeans, maglietta, bandana in testa e Pang (il bastone per il Kung fu) in spalla.
Alla richiesta di spiegazioni sull’abbigliamento ho detto che in Peru non sarei andato con corda e ramponi, ma, mostrandole fiero, “ho le scarpe tecniche!”
sabato 7 agosto 2010
Buona Vacanza
Voi che leggete questo post, sappiate che io sono in vacanza in montagna. Per non lasciarvi soli, ho preparato dei post programmati che saranno pubblicati automaticamente (l’11, 15, 19, 23, 27, 29 agosto, più o meno alle 12.00). è chiaro che saranno un po' ”asettici”: sono post che vanno bene per qualsiasi momento dell’anno e in qualsiasi occasione.
Sono contento di andare in vacanza, perché oltre a stare con la Genia, che mi vesserà per far addormentare Patatina (io ci metto 5-10 minuti, lei da 30 a 60 minuti; perché dice che sono noioso), vado in un posto dove ci saranno sì e no 200 persone, tranne l’anno scorso a ferragosto il sindaco ha dato il permesso per fare un Rave, non sapendo bene che cosa fosse.
Per cui alle 5 del mattino ci si domandava cosa fosse il rumore ritmico “tunzi-tunzi” che andava avanti dalla mezzanotte dopo un concerto di gruppi reggae. In montagna. In Trentino. A 1200 metri. Tra le mucche.
A mezzogiorno del 16, finito il rave, queste centinaia di tipi vestiti con magliette verde acido, con i capelli fucsia, i piercing nelle parti più strane e recondite del corpo, avevano già saccheggiato gli unici due bar-ristoranti che c’erano. Tutta la pizza, il pane, lo speck e, cazzo, lo strudel. Alle due del pomeriggio la popolazione era di nuovo scesa a livello “mortorio” ma non c’era più niente da mangiare di decente. Mavaffanculo!.
Quest’anno porto su la sciabola e mi faccio uno zerbino con i loro dreads.
Ho un po' divagato.
Dicevo che vi ho lasciato qualcosa da leggere, ma sono dispiaciuto di non poter leggere i vostri post, visto che sarò completamente tagliato fuori dalla Rete. Quando ritorno a casa voglio fare una full immersion di tutto quello che avete scritto.
A proposito, come fate a pubblicare uno o due post al giorno? E sono anche lunghi e anche di ottima qualità. Da dove prendete ispirazione? Io ne scrivo un paio a settimana e di questi sono un paio al mese sono accettabili. Boh.
Comunque il blog ha 10 mesi, vi ringrazio tantissimo di avermi letto e anch’io mi sono divertito, inorridito e commosso a leggere le vostre storie, soprattutto leggere il Pensiero Femminile.
E che emozione quando dopo tre mesi ho visto il primo vostro commento. Grazie ancora.
In particolare ringrazio la mamma di Adelina, sa Tamburrinna sarda, la mai contenta Mrs Ford e naturalmente la Cincia e il Giardi, insieme perché sono quelli i cui post capisco di meno e anche la Tripp. Ultima ma non meno importante lei che nei commenti non mi lascia mai l’ultima parola e che mi martella anche con un certo piacevole (da parte sua) sadismo.
E sapete a chi mi riferisco.
Ci credo, siete 4 gatti che mi leggete. Pensate l’anno prossimo quando avrò diecimila lettori e non potrò ringraziarli tutti. Ma voi siete i primi e rimarrete sempre nel mio cuore come primo ricordo, imprinting in questa avventura epistolare che sembra non avere fine.
Vi siete commossi?
Io si.
No, non è vero!
Niente riesce a commuovere il Porco. Niente.
E neanche Rigormortis, che mi sta scrutando altera e sprezzante.
Sono contento di andare in vacanza, perché oltre a stare con la Genia, che mi vesserà per far addormentare Patatina (io ci metto 5-10 minuti, lei da 30 a 60 minuti; perché dice che sono noioso), vado in un posto dove ci saranno sì e no 200 persone, tranne l’anno scorso a ferragosto il sindaco ha dato il permesso per fare un Rave, non sapendo bene che cosa fosse.
Per cui alle 5 del mattino ci si domandava cosa fosse il rumore ritmico “tunzi-tunzi” che andava avanti dalla mezzanotte dopo un concerto di gruppi reggae. In montagna. In Trentino. A 1200 metri. Tra le mucche.
A mezzogiorno del 16, finito il rave, queste centinaia di tipi vestiti con magliette verde acido, con i capelli fucsia, i piercing nelle parti più strane e recondite del corpo, avevano già saccheggiato gli unici due bar-ristoranti che c’erano. Tutta la pizza, il pane, lo speck e, cazzo, lo strudel. Alle due del pomeriggio la popolazione era di nuovo scesa a livello “mortorio” ma non c’era più niente da mangiare di decente. Mavaffanculo!.
Quest’anno porto su la sciabola e mi faccio uno zerbino con i loro dreads.
Ho un po' divagato.
Dicevo che vi ho lasciato qualcosa da leggere, ma sono dispiaciuto di non poter leggere i vostri post, visto che sarò completamente tagliato fuori dalla Rete. Quando ritorno a casa voglio fare una full immersion di tutto quello che avete scritto.
A proposito, come fate a pubblicare uno o due post al giorno? E sono anche lunghi e anche di ottima qualità. Da dove prendete ispirazione? Io ne scrivo un paio a settimana e di questi sono un paio al mese sono accettabili. Boh.
Comunque il blog ha 10 mesi, vi ringrazio tantissimo di avermi letto e anch’io mi sono divertito, inorridito e commosso a leggere le vostre storie, soprattutto leggere il Pensiero Femminile.
E che emozione quando dopo tre mesi ho visto il primo vostro commento. Grazie ancora.
In particolare ringrazio la mamma di Adelina, sa Tamburrinna sarda, la mai contenta Mrs Ford e naturalmente la Cincia e il Giardi, insieme perché sono quelli i cui post capisco di meno e anche la Tripp. Ultima ma non meno importante lei che nei commenti non mi lascia mai l’ultima parola e che mi martella anche con un certo piacevole (da parte sua) sadismo.
E sapete a chi mi riferisco.
Ci credo, siete 4 gatti che mi leggete. Pensate l’anno prossimo quando avrò diecimila lettori e non potrò ringraziarli tutti. Ma voi siete i primi e rimarrete sempre nel mio cuore come primo ricordo, imprinting in questa avventura epistolare che sembra non avere fine.
Vi siete commossi?
Io si.
No, non è vero!
Niente riesce a commuovere il Porco. Niente.
E neanche Rigormortis, che mi sta scrutando altera e sprezzante.
mercoledì 4 agosto 2010
Bird crashing
Come vi dicevo prima, settimana scorsa che ero in montagna, un uccellino, carino, penso un fringuello, era volato un po’ troppo basso e si è schiantato contro il vetro della finestra, rovinando sul balcone sottostante. Una botta pazzesca, gli avrei subito fatto un controllo con l’etilometro.
Sono uscito subito a vedere se il vetro non si fosse rotto e poi ho notato in terra questo povero scricciolo che respirava a fatica, con le ali semi-aperte. Da compassione. Subito mi sono allarmato perché pensavo a come mi sarei comportato se Patatina, già un po' più grandicella, avesse assistito alla scena e avrei dovuto spiegare il Ciclo della Vita. Ma vedendo che stava giocando allegramente (e sbavando), non capendo una beata cippa di quello che era successo, mi sono, finalmente, attivato.
La Genia, che era vicino a me, non aveva capito un cazzo di quello che era successo, pensava che fosse caduta una pigna (in orizzontale); le chiedo dopo averle illustrato con precisione la situazione (“non c’è sangue!”)
“Che faccio coll’uccellino?” le domando
“Chiedi a mio padre che ha studiato Veterinaria”
“ma non ha fatto Scienze Alimentari, o qualcosa del genere?”
“si, ma aveva iniziato Veterinaria, ma poi si è fatto riconoscere gli esami”
Vado dal suocero e spiego di nuovo la situazione
“Cosa faccio?”
“Niente, aspetta e che arrangia da solo”
“non mi sembra molto in forma, non possiamo portarlo alla Forestale, come con i cerbiatti?”
“no vedrai che se la cava da solo, aspetta”
E vabbè aspettiamo.
Nell’attesa e nel dubbio ho preparato la polenta.
p.s.
ora che vedo la foto del fringuello, non credo che fosse così. Sembrava più un passerotto, ma aveva delle piume gialle e sembrava più grosso dei passeri di città che vedo io. Anche perché quelli di città sono grigi e tristi.
Sono uscito subito a vedere se il vetro non si fosse rotto e poi ho notato in terra questo povero scricciolo che respirava a fatica, con le ali semi-aperte. Da compassione. Subito mi sono allarmato perché pensavo a come mi sarei comportato se Patatina, già un po' più grandicella, avesse assistito alla scena e avrei dovuto spiegare il Ciclo della Vita. Ma vedendo che stava giocando allegramente (e sbavando), non capendo una beata cippa di quello che era successo, mi sono, finalmente, attivato.
La Genia, che era vicino a me, non aveva capito un cazzo di quello che era successo, pensava che fosse caduta una pigna (in orizzontale); le chiedo dopo averle illustrato con precisione la situazione (“non c’è sangue!”)
“Che faccio coll’uccellino?” le domando
“Chiedi a mio padre che ha studiato Veterinaria”
“ma non ha fatto Scienze Alimentari, o qualcosa del genere?”
“si, ma aveva iniziato Veterinaria, ma poi si è fatto riconoscere gli esami”
Vado dal suocero e spiego di nuovo la situazione
“Cosa faccio?”
“Niente, aspetta e che arrangia da solo”
“non mi sembra molto in forma, non possiamo portarlo alla Forestale, come con i cerbiatti?”
“no vedrai che se la cava da solo, aspetta”
E vabbè aspettiamo.
Nell’attesa e nel dubbio ho preparato la polenta.
p.s.
ora che vedo la foto del fringuello, non credo che fosse così. Sembrava più un passerotto, ma aveva delle piume gialle e sembrava più grosso dei passeri di città che vedo io. Anche perché quelli di città sono grigi e tristi.
lunedì 2 agosto 2010
Sempre casa Vianello
Anche questo dialogo ve lo lascio senza commento. P=Porco, G=Genia
G. “Visto che questa settimana sei da solo, lavi le tende?” [n.d.r. tende Sanela, dell’Ikea, 4 tende in tutto: blu scure e rosso-arancioni]
P. “Ok lavatrice a 30°, un unico lavaggio e ti faccio anche l’orlo”
G. “Come 30°? Falle a 60° e poi perdono il colore”
P. “Ma va’, sono colorate, le esco(!) dalla lavatrice e vanno bene come asciugamani del bidet e poi diventano color prugna, rosso + blu”
G. “No falle almeno a 55°, 2 lavaggi e ammollo e le stiri,”
P. “Nonono 30 - 35° al massimo, non si può, si rovinano, poi le stira la Karin [n.d.r. quella che ha lasciato i due gatti sul terrazzo per mezzo pomeriggio]"
G. “No, ci mette sei anni a stirarle e poi a 30 gradi non si puliscono”
P. “35° non posso fare di più e senza ammollo e un lavaggio”
G. “come non puoi fare di più? Falle almeno a 50°”
… dieci minuti dopo…
P. (ansimante) “Ok, 40°, 2 lavaggi, niente ammollo, le appendo per stirarle e faccio l’orlo”
G. (affaticata) “Ok, è andata”
P. “Posso avere un qualcosa di scritto controfirmato?”
G. Sdeng!
G. “Visto che questa settimana sei da solo, lavi le tende?” [n.d.r. tende Sanela, dell’Ikea, 4 tende in tutto: blu scure e rosso-arancioni]
P. “Ok lavatrice a 30°, un unico lavaggio e ti faccio anche l’orlo”
G. “Come 30°? Falle a 60° e poi perdono il colore”
P. “Ma va’, sono colorate, le esco(!) dalla lavatrice e vanno bene come asciugamani del bidet e poi diventano color prugna, rosso + blu”
G. “No falle almeno a 55°, 2 lavaggi e ammollo e le stiri,”
P. “Nonono 30 - 35° al massimo, non si può, si rovinano, poi le stira la Karin [n.d.r. quella che ha lasciato i due gatti sul terrazzo per mezzo pomeriggio]"
G. “No, ci mette sei anni a stirarle e poi a 30 gradi non si puliscono”
P. “35° non posso fare di più e senza ammollo e un lavaggio”
G. “come non puoi fare di più? Falle almeno a 50°”
… dieci minuti dopo…
P. (ansimante) “Ok, 40°, 2 lavaggi, niente ammollo, le appendo per stirarle e faccio l’orlo”
G. (affaticata) “Ok, è andata”
P. “Posso avere un qualcosa di scritto controfirmato?”
G. Sdeng!