L’ulteriore difficoltà non era concettuale, l’esame era abbastanza semplice, dopo aver studiato e aver saputo interpretare le domande. C’era in realtà uno scoglio da superare. La punteggiatura. Domanda: “Scrivi (virgola), del Kung chia (virgola), del saluto (virgola), il nome (virgola), la traduzione (virgola), e la spiegazione (punto). Sospiro di sollievo. 13 parole, un punto, cinque virgole. Neanche Georges Perec avrebbe fatto di meglio.
Spiegazione: il saluto nel kung fu è di tre tipi (in piedi, in ginocchio e con l’arma): è una forma rituale prima di ogni esercizio. Kung chia vuol dire esercizio sulla intelaiatura, cioè gli esercizi di base (i pugni di base, i calci di base, le posizioni di base; come i passi-base quando si impara a ballare) ce ne sono una decina ( ed ognuno di questi ne ha un bel po’: 5 pugni, 15 calci, 11 posizioni ecc ). Sono tanti.
CHE COSA CAZZO SI CAPISCE DALLA DOMANDA ????’
Che bisogna scriverli tutti i 15 o 16, quelli che sono E ANCHE i 3 suoi cazzo di saluti di merda.
No.
Il kung chia si riferisce al saluto. La risposta era: tre (in piedi, in ginocchio e con l’arma)
Neanche all’esame di Geroglifici.
Per la cronaca: ho interpretato giusto e gli ho scritto: “ciao, arrivederci e buona giornata”.
domenica 31 gennaio 2010
Esame di corso istruttori bis
La cosa più divertente sono state le domande. 35 domande a risposta aperta in un’ora e mezza di cui due domande con argomento a scelta. Ci mancava solo la domanda “quale è il tuo sport preferito?”
Oltre alla gestione del tempo (due minuti e mezzo a disposizione per ogni risposta), alla concentrazione (ogni 30 secondi c’era la campanellina del cambio di “posizione”), alla fatica (scrivere in piedi e in movimento), la difficoltà più grande è stata l’interpretazione della domanda.
Da noi quando il Maestro fa una domanda bisogna in realtà sapere che cosa intenda dire (un po come con le donne). Ad esempio. Una domanda era “Scrivi tutti gli ideogrammi che puoi”. Uno che cosa capisce: scrivi tutti gli ideogrammi che riesci entro la fine del tempo, facile no?
Allora, da provetto studentello di lingua Cinese, ho risposto prima a tutte le altre domande, poi mi sono lasciato questa per ultima. Ho scritto 80 ideogrammi.
No, non andava bene, perche la domanda era da interpretare “scrivi un solo ideogramma fatto bene”.
Come dire “caro, ti va di mangiare fuori?” Dice la moglie; il marito la porta in un ristorante alla moda, la cena a base di pesce, rigorosamente a lume di candela, è accompagnata da un Franciacorta Gran Cuvée e finisce con romantica una passeggiata sul lungomare; lei tornando a casa gli pianta il muso: “Che c’è cara?”
“Niente”
“Sicura?”
“si”
“allora mi sono sbagliato…” dice lui amabilmente
“Certo che ti sei sbagliato” ruggisce lei ”volevo mangiare una pizza d’asporto sul balcone”.
Oltre alla gestione del tempo (due minuti e mezzo a disposizione per ogni risposta), alla concentrazione (ogni 30 secondi c’era la campanellina del cambio di “posizione”), alla fatica (scrivere in piedi e in movimento), la difficoltà più grande è stata l’interpretazione della domanda.
Da noi quando il Maestro fa una domanda bisogna in realtà sapere che cosa intenda dire (un po come con le donne). Ad esempio. Una domanda era “Scrivi tutti gli ideogrammi che puoi”. Uno che cosa capisce: scrivi tutti gli ideogrammi che riesci entro la fine del tempo, facile no?
Allora, da provetto studentello di lingua Cinese, ho risposto prima a tutte le altre domande, poi mi sono lasciato questa per ultima. Ho scritto 80 ideogrammi.
No, non andava bene, perche la domanda era da interpretare “scrivi un solo ideogramma fatto bene”.
Come dire “caro, ti va di mangiare fuori?” Dice la moglie; il marito la porta in un ristorante alla moda, la cena a base di pesce, rigorosamente a lume di candela, è accompagnata da un Franciacorta Gran Cuvée e finisce con romantica una passeggiata sul lungomare; lei tornando a casa gli pianta il muso: “Che c’è cara?”
“Niente”
“Sicura?”
“si”
“allora mi sono sbagliato…” dice lui amabilmente
“Certo che ti sei sbagliato” ruggisce lei ”volevo mangiare una pizza d’asporto sul balcone”.
martedì 26 gennaio 2010
Esame di corso istruttori
Visto che siamo in via di minchiate, nel senso che è inutile prendersela per delle cazzate, ci sono cose ben più importanti nella vita, ebbene, in tutta questa baraonda di incazzature varie, anzi di cazzate varie, ho soprasseduto all’evento più importante del mese di gennaio. L’esame di teoria del corso istruttori di Arti Marziali.
Dopo due anni e mezzo di corso, il nostro Maestro (non il mio istruttore Lo Tzu, detto il signore della comunicazione) ha deciso, giustamente, che dobbiamo essere esaminati in una parte teorica: domande a risposta chiusa su anatomia, principalmente, ma anche, primo soccorso, medicina tradizionale cinese e, udite udite, comunicazione, visto che il Maestro, molto probabilmente, si è accorto dell’enorme carenza dei suoi istruttori e, saggiamente, un bel po’ di corsi riguardano, appunto, la teoria della comunicazioni.
Ci portiamo, come da istruzioni, un piano rigido e facciamo l’esame da seduti. Un po’ difficile ma fattibile (p.s. mi ero seduto vicino al mio amico M. fisioterapista, per cui le domande di anatomia che non sapevo le ho copiate da lui.
La parte teorica sul Kung fu, invece è stata grottesca.
Il Maestro ci distribuisce le domande e dice di stare in piedi in posizione Ma Pu (piedi paralleli un po’ piegati sulle ginocchia, interno delle cosce ben stirato, glutei stretti). Ci dice che ogni trenta secondi suonerà una campanella e dovremo cambiare posizione, ( Pen Ma Pu, aprire il piede sx, a 45° poi San Chi Pu piede a 90°, ecc ) tutta la sequenza , 11 posizioni, poi si riparte ma dalla parte destra. Intanto rispondere alle 35 domande, risposta aperta in 1 ora e mezza.
È andato, tutto sommato, bene. A parte che ci ha bloccato diverse volte per dirci che era più importante “fare bene le posizioni” piuttosto che rispondere bene alle domande. Come se alla maturità la commissione dicesse che è più importante dimostrare di essere adulti piuttosto che tradurre correttamente la versione di Greco.
Bello, acuta e saggia dichiarazione, ma io all’esame di maturità me la sarei fatta mettere per iscritto, per non rischiare.
Per la cronaca mi sono imboscato in fondo alla classe ed ero appoggiato al muro.
continua...
Dopo due anni e mezzo di corso, il nostro Maestro (non il mio istruttore Lo Tzu, detto il signore della comunicazione) ha deciso, giustamente, che dobbiamo essere esaminati in una parte teorica: domande a risposta chiusa su anatomia, principalmente, ma anche, primo soccorso, medicina tradizionale cinese e, udite udite, comunicazione, visto che il Maestro, molto probabilmente, si è accorto dell’enorme carenza dei suoi istruttori e, saggiamente, un bel po’ di corsi riguardano, appunto, la teoria della comunicazioni.
Ci portiamo, come da istruzioni, un piano rigido e facciamo l’esame da seduti. Un po’ difficile ma fattibile (p.s. mi ero seduto vicino al mio amico M. fisioterapista, per cui le domande di anatomia che non sapevo le ho copiate da lui.
La parte teorica sul Kung fu, invece è stata grottesca.
Il Maestro ci distribuisce le domande e dice di stare in piedi in posizione Ma Pu (piedi paralleli un po’ piegati sulle ginocchia, interno delle cosce ben stirato, glutei stretti). Ci dice che ogni trenta secondi suonerà una campanella e dovremo cambiare posizione, ( Pen Ma Pu, aprire il piede sx, a 45° poi San Chi Pu piede a 90°, ecc ) tutta la sequenza , 11 posizioni, poi si riparte ma dalla parte destra. Intanto rispondere alle 35 domande, risposta aperta in 1 ora e mezza.
È andato, tutto sommato, bene. A parte che ci ha bloccato diverse volte per dirci che era più importante “fare bene le posizioni” piuttosto che rispondere bene alle domande. Come se alla maturità la commissione dicesse che è più importante dimostrare di essere adulti piuttosto che tradurre correttamente la versione di Greco.
Bello, acuta e saggia dichiarazione, ma io all’esame di maturità me la sarei fatta mettere per iscritto, per non rischiare.
Per la cronaca mi sono imboscato in fondo alla classe ed ero appoggiato al muro.
continua...
sabato 23 gennaio 2010
Non è facile III. I costi monetari
Sono in via di superamento dell’incazzatura. Sono al mare, al contatto con l’elemento per eccellenza, cioè la maionese. (Ma no! È L’acqua).
Proprio perché il cliente è la cosa più importante in una qualsiasi attività, faccio due o tre conti su quello che io spendo per essere preso a calci nelle palle in questa maniera.
500 euro all’anno per lo shaolin, 500 euro all’anno per il tai chi perché la forma interna “spinge” lo shaolin , 800 euro per il corso istruttori e questi sono i costi diretti; aggiungiamo le spese per il mantenimento del ginocchio (integratori, visite, terapie varie l’anno scorso erano 40 euro al mese), l’osteopata Santa Cristina da Boavista che mi sistema l’assetto 55 euro almeno al mese.
Superiamo 2000 euro all’anno, tranquillamente.
Per cui visto “che non devo avere fretta” (cazzo a 43 anni,non devo avere fretta!) taglierò un po’ di queste spese. E poi ci guadagno un paio di ore in più alla settimana con patatina, una domenica in più al mese per un bel fine settimana fuori con Genia e Patatina. Alla fine mi riesco ad allenare lo stesso e l’esame lo farò un’altra volta (a 50 anni, boh, o “quando sarò pronto”, ma che cos’è una Prova Mistica? Ma Vaffanculo).
Proprio perché il cliente è la cosa più importante in una qualsiasi attività, faccio due o tre conti su quello che io spendo per essere preso a calci nelle palle in questa maniera.
500 euro all’anno per lo shaolin, 500 euro all’anno per il tai chi perché la forma interna “spinge” lo shaolin , 800 euro per il corso istruttori e questi sono i costi diretti; aggiungiamo le spese per il mantenimento del ginocchio (integratori, visite, terapie varie l’anno scorso erano 40 euro al mese), l’osteopata Santa Cristina da Boavista che mi sistema l’assetto 55 euro almeno al mese.
Superiamo 2000 euro all’anno, tranquillamente.
Per cui visto “che non devo avere fretta” (cazzo a 43 anni,non devo avere fretta!) taglierò un po’ di queste spese. E poi ci guadagno un paio di ore in più alla settimana con patatina, una domenica in più al mese per un bel fine settimana fuori con Genia e Patatina. Alla fine mi riesco ad allenare lo stesso e l’esame lo farò un’altra volta (a 50 anni, boh, o “quando sarò pronto”, ma che cos’è una Prova Mistica? Ma Vaffanculo).
mercoledì 20 gennaio 2010
Non è facile II. L'incazzatura
Per darvi la dimensione dell’attitudine del mio insegnante alla comunicazione, ecco alcune perle di quello che mi ha detto lunedì.
La domanda era: “Posso fare l’esame per cintura nera a Luglio?”.
Le frasi celebri all’interno del discorso:
“Se vuoi la cintura nera, vai al mercato, ti compri un pezzo di stoffa nera e te la metti addosso”
“La cintura nera così non te la dà la nostra palestra, ma la puoi prendere facilmente da un’altra parte”
“Puoi fare l’esame, ma io non ti riconosco”
Ma vaffanculo.
Che coglione che sono!Perché cazzo poi me la prendo?
La domanda era: “Posso fare l’esame per cintura nera a Luglio?”.
Le frasi celebri all’interno del discorso:
“Se vuoi la cintura nera, vai al mercato, ti compri un pezzo di stoffa nera e te la metti addosso”
“La cintura nera così non te la dà la nostra palestra, ma la puoi prendere facilmente da un’altra parte”
“Puoi fare l’esame, ma io non ti riconosco”
Ma vaffanculo.
Che coglione che sono!Perché cazzo poi me la prendo?
Non è facile. La delusione
Non è facile. Quando ti fidi e stimi una persona e questa persona, che sicuramente non è esperta di comunicazione, ti butta addosso tutti i tuoi 43 anni perché deve fare quello che dice il suo Maestro, perché vuole essere come lui, perché non ha la propria personalità e soprattutto non ha sensibilità, non è affatto facile.
Se tu vedi che il tuo migliore allievo si impegna, si allena tutti i giorni, magari non sarà mai Bruce Lee o Jet Li o Jackie Chan, ma l’accuratezza, l’applicazione e la cura nell’attività che stai svolgendo è degna del miglior allievo, non puoi parlare in quella maniera.
Che senso ha aspettare ancora anni, che senso ha diventare cintura nera a 50 anni. Non capisci che ha il valore di una conferma del mio impegno di tre anni di studio? No non lo vedi. Perche tu non hai una tua sensibilità, hai quella prefabbricata della tua cazzo di scuola e del tuo maestro, che ha la flessibilità di un palo della luce in cemento armato.
Che coglione che sono! Perchè me la prendo così tanto?
Se tu vedi che il tuo migliore allievo si impegna, si allena tutti i giorni, magari non sarà mai Bruce Lee o Jet Li o Jackie Chan, ma l’accuratezza, l’applicazione e la cura nell’attività che stai svolgendo è degna del miglior allievo, non puoi parlare in quella maniera.
Che senso ha aspettare ancora anni, che senso ha diventare cintura nera a 50 anni. Non capisci che ha il valore di una conferma del mio impegno di tre anni di studio? No non lo vedi. Perche tu non hai una tua sensibilità, hai quella prefabbricata della tua cazzo di scuola e del tuo maestro, che ha la flessibilità di un palo della luce in cemento armato.
Che coglione che sono! Perchè me la prendo così tanto?
giovedì 14 gennaio 2010
Catch me if you can.
Vi faccio la versione originale in inglese perché rende di piu di una traduzione.
Stamattina facevo una riunione (con caffè e pandoro) con altri colleghi e il mio capo mi chiede : “What is your weight? (“quanto pesi?”)
“84” gli rispondo
“Aha!, you’ll be ready to be rolled on a grill”, mimando il movimento della mano che gira lo spiedo sul fuoco ( Aha, saresti pronto per lo spiedo).
“yes, you have to catch me first!” (prima mi devi prendere), gli ho risposto secco. E ganzo.
Stamattina facevo una riunione (con caffè e pandoro) con altri colleghi e il mio capo mi chiede : “What is your weight? (“quanto pesi?”)
“84” gli rispondo
“Aha!, you’ll be ready to be rolled on a grill”, mimando il movimento della mano che gira lo spiedo sul fuoco ( Aha, saresti pronto per lo spiedo).
“yes, you have to catch me first!” (prima mi devi prendere), gli ho risposto secco. E ganzo.
martedì 12 gennaio 2010
78-84-78 V – Amarcòrd
Mi sovviene questo ricordo, quando il 1° maggio del 2007, io e la Genia siamo andati a casa dei genitori della zia Dolce.
Siamo partiti dal Nord e siamo arrivati in Basilicata (un paesotto sui monti), abbiamo fatto tanta strada ma abbiamo avuto un’accoglienza calorosa ed eccezionale. Tutta la Famiglia Zia Dolce ci ha accolto come se fossimo loro npoti. Una dei ricordi piu vividi di quei giorni sono i pasti e le specialità che abbiamo assaggiato.
giorno 28 aprile - pranzo
linguine vongole e pomodoro fresco
insalata di polpo
insalata di pomodori
bietole
pasticcini
giorno 29 aprile - cena
cernia al forno
mozzarelle
insalata con il mais
fragole
pasticcini
giorno 30 aprile - colazione
brutti ma buoni
giorno 30 aprile - pranzo
Trisciddi
braciole e spezzatino
Agnello in umido
melanzane grigliate
tronco di Natale
giorno 30 aprile - merenda
zeppole
giorno 30 aprile - dopo cena
cuzzola e vino
giorno 1 maggio - colazione
Paribresto
Cuzzola
giorno 1 maggio - pranzo ristorante
alici marinate
insalata polpo
linguine scoglio
anelli pomodoro cozze
grigliata di pesce
fritto misto
giorno 1 maggio - cena
cuzzola
insalata lattuga mais
insalata pomodori e cetrioli
scamorza alla piastra
formaggi
salsiccia
fragole
crostata fragole
paribresto
tronco di Natale
Siamo partiti dal Nord e siamo arrivati in Basilicata (un paesotto sui monti), abbiamo fatto tanta strada ma abbiamo avuto un’accoglienza calorosa ed eccezionale. Tutta la Famiglia Zia Dolce ci ha accolto come se fossimo loro npoti. Una dei ricordi piu vividi di quei giorni sono i pasti e le specialità che abbiamo assaggiato.
giorno 28 aprile - pranzo
linguine vongole e pomodoro fresco
insalata di polpo
insalata di pomodori
bietole
pasticcini
giorno 29 aprile - cena
cernia al forno
mozzarelle
insalata con il mais
fragole
pasticcini
giorno 30 aprile - colazione
brutti ma buoni
giorno 30 aprile - pranzo
Trisciddi
braciole e spezzatino
Agnello in umido
melanzane grigliate
tronco di Natale
giorno 30 aprile - merenda
zeppole
giorno 30 aprile - dopo cena
cuzzola e vino
giorno 1 maggio - colazione
Paribresto
Cuzzola
giorno 1 maggio - pranzo ristorante
alici marinate
insalata polpo
linguine scoglio
anelli pomodoro cozze
grigliata di pesce
fritto misto
giorno 1 maggio - cena
cuzzola
insalata lattuga mais
insalata pomodori e cetrioli
scamorza alla piastra
formaggi
salsiccia
fragole
crostata fragole
paribresto
tronco di Natale
Casa Vianello
Ieri sera, dopo essere tornato dal lavoro, dopo aver dormito Patatina, scaccata (pulita dalla cacca) cambiata e averla mangiata (Vi piace l’uso un po’ funambolico dei verbi transitivi nella loro forma deponente?) e passato l’aspirapolvere in salotto, sono andato ad allenarmi. Tempo 10 minuti ricevo un SMS dalla Genia, che vi riporto perché è spettacolare e mi sono spanciato dalle risate:
“Non hai chiuso a chiave la porta, non hai buttato via l’immondizia, non hai passato l’aspirapolvere in veranda, hai lasciato un cesso nel cesso [la cacca di Patatina n.d.r.] e soprattutto sei grasso. E porco.
“Non hai chiuso a chiave la porta, non hai buttato via l’immondizia, non hai passato l’aspirapolvere in veranda, hai lasciato un cesso nel cesso [la cacca di Patatina n.d.r.] e soprattutto sei grasso. E porco.
lunedì 11 gennaio 2010
78-84-78 IV - Review
Allora, stamattina, mi sono pesato ero 84,4; allora mi sono tolto la tuta (ovviamente non ho il pigiama ma una tuta per dormire) ed ero 84,1. Calcolando che non mi ero fatto la barba, non mi ero tagliato i capelli, la bilancia ha circa 200 g di tolleranza, posso dire con certezza che sono nella media 78-84-78.
In ogni caso da oggi mi do una bella regolata sul cibo.
Dopo 3 settimane di Manzo, Pollo e Vitello (per colpa della dieta a zona dei suoceri), Panettone e Pandoro con latte, Mandorlato (Dieta natalizia), Speck, Carne Salada, Salame (Dieta montana Trentina), Nutella, Maionese (dieta antidepressiva), Pizza (dieta non-perdere-l’abitudine), Teroldego, Marzemino (dieta che-cosa-vuoi-bere-in-Trentino,-acqua?) e Bombardino con panna (dieta lo-preferisco-al-posto-della-cioccolata-calda), penso che mi darò una calmata (oggi a pranzo riso in bianco e insalata scondita, bleah).
Se penso che a casa ho un pandoro da finire e un panettone delle Tre Marie ancora da iniziare non credo che durerò molto. Ma non si può andare avanti così: stasera ho il primo allenamento dopo le vacanze e Lo Tzu mi vedrà e si metterà a ridere, con battute del tipo: "ma i 5 animali dello shaolin te li sei mangiati con la polenta?"
In ogni caso da oggi mi do una bella regolata sul cibo.
Dopo 3 settimane di Manzo, Pollo e Vitello (per colpa della dieta a zona dei suoceri), Panettone e Pandoro con latte, Mandorlato (Dieta natalizia), Speck, Carne Salada, Salame (Dieta montana Trentina), Nutella, Maionese (dieta antidepressiva), Pizza (dieta non-perdere-l’abitudine), Teroldego, Marzemino (dieta che-cosa-vuoi-bere-in-Trentino,-acqua?) e Bombardino con panna (dieta lo-preferisco-al-posto-della-cioccolata-calda), penso che mi darò una calmata (oggi a pranzo riso in bianco e insalata scondita, bleah).
Se penso che a casa ho un pandoro da finire e un panettone delle Tre Marie ancora da iniziare non credo che durerò molto. Ma non si può andare avanti così: stasera ho il primo allenamento dopo le vacanze e Lo Tzu mi vedrà e si metterà a ridere, con battute del tipo: "ma i 5 animali dello shaolin te li sei mangiati con la polenta?"
domenica 10 gennaio 2010
78-84-78 III
Sono tornato dalle ferie in montagna . ho fatto una breve puntatina sulla bilancia, così tanto per provare...
86,6.
Ho pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato, per cui aspetto domani mattina la pesata ufficiale.
Sarei fuori dallo schema 78 84 78.
Terribile.
Non voglio nemmeno pensarci.
86,6.
Ho pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato, per cui aspetto domani mattina la pesata ufficiale.
Sarei fuori dallo schema 78 84 78.
Terribile.
Non voglio nemmeno pensarci.
mercoledì 6 gennaio 2010
Allenare con discrezione
Torniamo ai ricordi faceti: canoa anni 80.
La mia allenatrice di Canoa (la Bianca), seguiva la nostra squadra da terra in bicicletta, dandoci le istruzioni (tecnica, tempi, pause) con un megafono; noi, ovviamente eravamo in canoa, su vari equipaggi, chi in K2, chi in K4, chi in Canadese, ma tutti, senza distinzione, eravamo giovani, belli e spensierati; ci allenavamo duramente e ci piaceva, ma soprattutto ci piaceva fare i cazzoni, fuori e in barca. Allora facevamo arrabbiare la Bianca e lei giustamente si incazzava e ci urlava dietro. Col megafono.
Ho questa immagine del nostro laghetto artificiale, in un pomeriggio di fine novembre color vermiglio, con le piante del parco in fiamme, l’aria tersa, fredda che asciugava il sudore delle nostre fatiche; eravamo sette o otto equipaggi, una decina di ragazzi in canoa, fermi, circondati dall’acqua, la Bianca ci cazziava, perché non tiravamo, la tecnica non andava bene, ecc ecc in pratica quello che dice sempre un allenatore. Solo che lei urlava, appoggiata alla bicicletta, col megafono. Noi volevamo sprofondare perché nonostante fosse autunno e non fosse tanto frequentato, non davamo una bella impressione. Allora la situazione si ribaltava e sottovoce facevamo le battutine e ridacchiavamo sotto i baffi. Ma quella volta si era alzata una brezza quel tanto che fosse bastato a portare le nostre parole alle sue orecchie.
Silenzio. Poi riprese a parlare:
“Sapete cosa siete?” in tono calmo (al megafono) ci disse prima di scatenarsi:
“DEI CIOGIELLEIOENNEI!!!!!!, SIETE DEI COGLIONI!”
Silenzio di nuovo. E poi la nostra reazione: io mi sono ribaltato in acqua dal ridere e, siccome mi pigliavano in giro. ho fatto ribaltare anche il K4”.
Abbiamo passato la notte in barca senza tornare negli spogliatoi.
La mia allenatrice di Canoa (la Bianca), seguiva la nostra squadra da terra in bicicletta, dandoci le istruzioni (tecnica, tempi, pause) con un megafono; noi, ovviamente eravamo in canoa, su vari equipaggi, chi in K2, chi in K4, chi in Canadese, ma tutti, senza distinzione, eravamo giovani, belli e spensierati; ci allenavamo duramente e ci piaceva, ma soprattutto ci piaceva fare i cazzoni, fuori e in barca. Allora facevamo arrabbiare la Bianca e lei giustamente si incazzava e ci urlava dietro. Col megafono.
Ho questa immagine del nostro laghetto artificiale, in un pomeriggio di fine novembre color vermiglio, con le piante del parco in fiamme, l’aria tersa, fredda che asciugava il sudore delle nostre fatiche; eravamo sette o otto equipaggi, una decina di ragazzi in canoa, fermi, circondati dall’acqua, la Bianca ci cazziava, perché non tiravamo, la tecnica non andava bene, ecc ecc in pratica quello che dice sempre un allenatore. Solo che lei urlava, appoggiata alla bicicletta, col megafono. Noi volevamo sprofondare perché nonostante fosse autunno e non fosse tanto frequentato, non davamo una bella impressione. Allora la situazione si ribaltava e sottovoce facevamo le battutine e ridacchiavamo sotto i baffi. Ma quella volta si era alzata una brezza quel tanto che fosse bastato a portare le nostre parole alle sue orecchie.
Silenzio. Poi riprese a parlare:
“Sapete cosa siete?” in tono calmo (al megafono) ci disse prima di scatenarsi:
“DEI CIOGIELLEIOENNEI!!!!!!, SIETE DEI COGLIONI!”
Silenzio di nuovo. E poi la nostra reazione: io mi sono ribaltato in acqua dal ridere e, siccome mi pigliavano in giro. ho fatto ribaltare anche il K4”.
Abbiamo passato la notte in barca senza tornare negli spogliatoi.
Allinearsi come dimensione
oggi ci siamo allineati solo una volta ma era L'Immenso (amministratore delegato)
il 12/4/10 ci siamo allineati 4 volte: 1 volta ogni 30 minuti in 8 ore ( UN PO POCHINO...)
il 21/03/10 eravamo alla 23 Dimensione: 1 volta ogni 7 minuti in 3 ore.
il 22/3/09 siamo stati alla 44 dimensione: 1 volta ogni 4 minuti in 3 ore; prima del saluto eravamo già in R3
il 12/4/10 ci siamo allineati 4 volte: 1 volta ogni 30 minuti in 8 ore ( UN PO POCHINO...)
il 21/03/10 eravamo alla 23 Dimensione: 1 volta ogni 7 minuti in 3 ore.
il 22/3/09 siamo stati alla 44 dimensione: 1 volta ogni 4 minuti in 3 ore; prima del saluto eravamo già in R3
Finalità ultima di questo blog
Finalità ultima di questo blog.
Vorrei scrivere un romanzo, prima però mi alleno con un blog e scriverò racconti, che ovviamente non pubblico. Mio fratello maggiore mi farà da cavia per leggerli, commentarli, correggerli ed eventualmente dare suggerimenti.G. si è sentito, così penso, lusingato e mi ha detto che quando scriverò il romanzo di dirglielo perche lui scriverà una rovacca.Lo so, il suo livello di umorismo è un tantino basso.
Vorrei scrivere un romanzo, prima però mi alleno con un blog e scriverò racconti, che ovviamente non pubblico. Mio fratello maggiore mi farà da cavia per leggerli, commentarli, correggerli ed eventualmente dare suggerimenti.G. si è sentito, così penso, lusingato e mi ha detto che quando scriverò il romanzo di dirglielo perche lui scriverà una rovacca.Lo so, il suo livello di umorismo è un tantino basso.
martedì 5 gennaio 2010
In montagna
Oggi mi sono allenato. Che c’è di strano?
Sono in montagna c’erano 10 centimetri di neve, c’erano 4 gradi sotto zero. Freddo porco, ma secco. Un pensiero è andato alla mia ex-allenatrice di Canoa (la Bianca) che ci faceva allenare con qualsiasi condizione atmosferica. Un pensiero anche al mio insegnante che io chiamo Lo Tzu, che formalmente non approverebbe per il fatto che c’è troppo freddo, rischi di strapparti, di scivolare di farti male, blablabla…ma che se ci fosse stato anche lui, di certo si sarebbe allenato al freddo, sulla neve, dicendo che il freddo avrebbe temprato il chi,oppure che il Maestro Chang avrebbe detto "con freddo, attiva piccola circolazione celeste, devi tiene schiena dritta"
Per la cronaca ho fatto 5 minuti di corsa fino alla valletta degli otto cani. Poi ho fatto (metto al traduzione almeno sembra più poetico) i primi cinque percorsi del pugno del tempio della giovane foresta (fico, eh?), il pugno del fiore di prugno (poetico); le tecniche di gamba primi due percorsi (qui è una becera traduzione); poi le tecniche di bastone e i cinque percorsi dei combattimenti (qui poesia zero)
Poi ho fatto il pugno raffinato della terra.
Le cadute.
Nella neve.
Le capriole, i salti, gli zompi, tutto nella neve.
Eh, eh, eh…
Ho fatto il minchione, in poche parole…
Sono in montagna c’erano 10 centimetri di neve, c’erano 4 gradi sotto zero. Freddo porco, ma secco. Un pensiero è andato alla mia ex-allenatrice di Canoa (la Bianca) che ci faceva allenare con qualsiasi condizione atmosferica. Un pensiero anche al mio insegnante che io chiamo Lo Tzu, che formalmente non approverebbe per il fatto che c’è troppo freddo, rischi di strapparti, di scivolare di farti male, blablabla…ma che se ci fosse stato anche lui, di certo si sarebbe allenato al freddo, sulla neve, dicendo che il freddo avrebbe temprato il chi,oppure che il Maestro Chang avrebbe detto "con freddo, attiva piccola circolazione celeste, devi tiene schiena dritta"
Per la cronaca ho fatto 5 minuti di corsa fino alla valletta degli otto cani. Poi ho fatto (metto al traduzione almeno sembra più poetico) i primi cinque percorsi del pugno del tempio della giovane foresta (fico, eh?), il pugno del fiore di prugno (poetico); le tecniche di gamba primi due percorsi (qui è una becera traduzione); poi le tecniche di bastone e i cinque percorsi dei combattimenti (qui poesia zero)
Poi ho fatto il pugno raffinato della terra.
Le cadute.
Nella neve.
Le capriole, i salti, gli zompi, tutto nella neve.
Eh, eh, eh…
Ho fatto il minchione, in poche parole…
sabato 2 gennaio 2010
Otto cani vs un maiale
Quest’estate mi allenavo in montagna nel mio solito posto, una piccola valle circondata da una foresta di pini (mica male, eh?), stavo studiando il mei hua chuan (tecnica del fiore di prugno), quando all’improvviso percepisco un movimento alla mia sinistra: mi giro e vedo due cani che dalla cima della collinetta, scendono di corsa verso di me. Erano due cani bastardi, probabilmente randagi e puntavano verso di me a tutta velocità. Con un rapidissimo movimento giro il capo mi accorgo che il mio pang (bastone corto) è troppo lontano. Allora mantengo la calma e scendo in guardia (kua hu shih, che vuol dire “fare un passo avanti come una tigre”) e fisso negli occhi quello che mi sembrava il capo dei due. Loro continuano a correre, velocemente, lungo il dorso dell’altura. Il mio respiro inizia a rallentare, i miei muscoli iniziano a rilassarsi, il mio qi inizia a spostarsi verso il centro del mio addome e poi verso i quattro arti.
Non sento più i rumori del bosco, gli uccelli, il vento e i campanacci delle mucche, il verde del prato, dei pini e del cielo inizia a sbiadirsi in un unico colore verde sbiadito, in cui i due cani, due macchie nere, si muovono lentamente.
Sì, ecco, sono pronto…
Improvvisamente tutto si muove più velocemente e anche i colori e i rumori non sono più opachi e soffusi; cosa succede, mi chiedo: all’improvviso, quando sono a una decina di metri da me virano e se ne vanno da un’altra parte, fuori dal mio controllo e dalla mia portata visiva.
Esco dalla guardia, mi rilasso e riprendo l’allenamento.
“Quando un cane ringhia, abbaia o comunque mostra un comportamento aggressivo nei confronti dell’essere umano, è necessario assumere atteggiamenti distensivi e amichevoli nei suoi confronti; […] [il cane] riscontra nell’essere umano un suo pari, ma di un altro branco, privo di ogni intento aggressivo [nei confronti del suo branco]. […]
Sono misurati il 73% dei casi in cui il cane ignora l’essere umano e si allontana; il 12% ha atteggiamenti neutri pur rimanendo ad osservare il comportamento altrui; 8% ha atteggiamenti amichevoli; il 6% mantiene atteggiamenti aggressivi e l’1% attacca l’essere umano.[…]
Possiamo con certezza affermare che la maniera migliore di reagire di fronte a un cane che ha un comportamento aggressivo è quello di mantenere a propria volta un atteggiamento amichevole.[…]
Atteggiamenti che un cane considera amichevoli sono: mostrare il fianco oppure sbadigliare vistosamente.” (E. Pagani: Elementi di etologia canina: il Randagismo, 2009)
Passano una ventina di minuti durante il quale il mio allenamento diventa più intenso e vedo in lontananza dal sentiero che esce dalla foresta, i due cani di prima che corrono abbaiando verso di me, seguiti da altri sei cani; l’intero branco inizia a correre latrando e guaendo. Alle loro spalle un vecchio agita vigorosamente le braccia urlando qualcosa che sembra un “fermi, tornate qui!”; ma non lo sento neanche: immediatamente con un salto, afferro il bastone mi sposto di un paio di passi su una zona più alta, valutando una posizione favorevole per affrontare il branco di cani.
“Non fanno niente!” urla il tipo sempre più allarmato. I cani si mettono a semicerchio intorno a me e abbaiano tutti tranne il capo branco che ringhia. In un attimo passano mille pensieri: provo ad aprire il libro di comportamento animale al capitolo Atteggiamenti Amichevoli.
Chiudo il libro
Impugno il pang, scendo in guardia con un fasheng (è un grido ) e inizio a roteare sopra la mia testa e intorno al corpo il bastone con un movimento largo. Punto al capobranco, al primo cane che si muove, colpisco lui. I cani invece si fermano, come incantati e inebetiti seguono con la testa il movimento del bastone; all’improvviso il capobranco smette di ringhiare e fugge via verso il padrone che nel frattempo non aveva smesso di urlare.
I cani si allontanano. Rimango in guardia, li osservo mentre sia allontanano, li osservo ancora quando il vecchio riesce a riprendere il loro controllo, li osservo mentre il vecchio allarga le braccia come per scusarsi, li osservo mentre si allontanano, li osservo ancora quando escono dalla mia vista. Allora esco dalla guardia e mi rilasso
Non sento più i rumori del bosco, gli uccelli, il vento e i campanacci delle mucche, il verde del prato, dei pini e del cielo inizia a sbiadirsi in un unico colore verde sbiadito, in cui i due cani, due macchie nere, si muovono lentamente.
Sì, ecco, sono pronto…
Improvvisamente tutto si muove più velocemente e anche i colori e i rumori non sono più opachi e soffusi; cosa succede, mi chiedo: all’improvviso, quando sono a una decina di metri da me virano e se ne vanno da un’altra parte, fuori dal mio controllo e dalla mia portata visiva.
Esco dalla guardia, mi rilasso e riprendo l’allenamento.
“Quando un cane ringhia, abbaia o comunque mostra un comportamento aggressivo nei confronti dell’essere umano, è necessario assumere atteggiamenti distensivi e amichevoli nei suoi confronti; […] [il cane] riscontra nell’essere umano un suo pari, ma di un altro branco, privo di ogni intento aggressivo [nei confronti del suo branco]. […]
Sono misurati il 73% dei casi in cui il cane ignora l’essere umano e si allontana; il 12% ha atteggiamenti neutri pur rimanendo ad osservare il comportamento altrui; 8% ha atteggiamenti amichevoli; il 6% mantiene atteggiamenti aggressivi e l’1% attacca l’essere umano.[…]
Possiamo con certezza affermare che la maniera migliore di reagire di fronte a un cane che ha un comportamento aggressivo è quello di mantenere a propria volta un atteggiamento amichevole.[…]
Atteggiamenti che un cane considera amichevoli sono: mostrare il fianco oppure sbadigliare vistosamente.” (E. Pagani: Elementi di etologia canina: il Randagismo, 2009)
Passano una ventina di minuti durante il quale il mio allenamento diventa più intenso e vedo in lontananza dal sentiero che esce dalla foresta, i due cani di prima che corrono abbaiando verso di me, seguiti da altri sei cani; l’intero branco inizia a correre latrando e guaendo. Alle loro spalle un vecchio agita vigorosamente le braccia urlando qualcosa che sembra un “fermi, tornate qui!”; ma non lo sento neanche: immediatamente con un salto, afferro il bastone mi sposto di un paio di passi su una zona più alta, valutando una posizione favorevole per affrontare il branco di cani.
“Non fanno niente!” urla il tipo sempre più allarmato. I cani si mettono a semicerchio intorno a me e abbaiano tutti tranne il capo branco che ringhia. In un attimo passano mille pensieri: provo ad aprire il libro di comportamento animale al capitolo Atteggiamenti Amichevoli.
Chiudo il libro
Impugno il pang, scendo in guardia con un fasheng (è un grido ) e inizio a roteare sopra la mia testa e intorno al corpo il bastone con un movimento largo. Punto al capobranco, al primo cane che si muove, colpisco lui. I cani invece si fermano, come incantati e inebetiti seguono con la testa il movimento del bastone; all’improvviso il capobranco smette di ringhiare e fugge via verso il padrone che nel frattempo non aveva smesso di urlare.
I cani si allontanano. Rimango in guardia, li osservo mentre sia allontanano, li osservo ancora quando il vecchio riesce a riprendere il loro controllo, li osservo mentre il vecchio allarga le braccia come per scusarsi, li osservo mentre si allontanano, li osservo ancora quando escono dalla mia vista. Allora esco dalla guardia e mi rilasso
venerdì 1 gennaio 2010
Lo sportivo dal sapere inutile III
Paris Hilton dorme con un maiale
da Libero News
"Il nuovo animaletto domestico di Paris Hilton, l'ereditiera più viziata del mondo, si chiama Miss Princess Piglette […] ed è una porcellina. Trattasi, per la precisione, di un Royal Dandie, una specie particolare e rara che Paris ha comprato in Oregon sborsando ben 4mila 500 dollari. […]. Paris, con la piccola suina ci dorme pure."
è stata la Genia a segnalare questa notizia aggiungendo che lei ci dorme da diversi anni e non lo trova per nulla sorprendente, se non per il fatto che io costo di più. In cibo
da Libero News
"Il nuovo animaletto domestico di Paris Hilton, l'ereditiera più viziata del mondo, si chiama Miss Princess Piglette […] ed è una porcellina. Trattasi, per la precisione, di un Royal Dandie, una specie particolare e rara che Paris ha comprato in Oregon sborsando ben 4mila 500 dollari. […]. Paris, con la piccola suina ci dorme pure."
è stata la Genia a segnalare questa notizia aggiungendo che lei ci dorme da diversi anni e non lo trova per nulla sorprendente, se non per il fatto che io costo di più. In cibo