Uno dei vantaggi di aver praticato la canoa, era quello che non avevi bisogno di fare le lampade abbronzanti: la stagione delle gare partiva a marzo e finiva ad ottobre, così come la mia abbronzatura. Ma gli allenamenti si facevano tutto l’anno e naturalmente all’aria aperta. Non aveva grossa importanza se c’era il sole o le nuvole o la pioggia o la neve. L’allenamento era quello, era da fare e la nostra allenatrice non conosceva ragioni: fuori in barca; così con il mio maglione giallo senape e la mia canadese (la canoa) facevo avanti e indietro sul laghetto artificiale vicino alla mia città.
È stato un po’ piu difficile dovermi adattare ai luoghi chiusi quando ho iniziato ad abbandonare la canoa per altri sport dove l’attività prevalente si svolgeva in piscina (apnea) e soprattutto ora che pratico lo shaolin chuan.
Le lezioni sono in palestra ma gli allenamenti che faccio fuori dalla palestra sono rigorosamente all’aperto. In estate fa caldo o fa freddo, piove o c’è vento, ci sono le zanzare o i cani sciolti che sporcano. Però non credo di poter fare a meno della pratica sportiva all’aperto.
Tutto questo per dirvi che adesso vi scrivo dalla montagna (sono in trentino a circa 1100 metri) ma non c’è molta neve per sciare ma mi sto allenando, al freddo, all’aperto e sulla neve.
Mi alleno in una valletta circondata da un bosco di pini, in una radura dove d’estate l’erba cresce bassa ma morbida. D’estate è splendido per i rumori, i profumi e il colpo d’occhio sulle montagne circostanti ma d’inverno con la neve, il freddo ha il suo fascino.
mercoledì 30 dicembre 2009
lunedì 28 dicembre 2009
Il Maiale e i VIP
Beniamino Bonomi (canoista delle Fiamme Gialle, 1 oro e 3 argenti alle Olimpiadi), una volta mi ha mandato a fanculo.
Ero a Sabaudia (1990 credo) per una gara di canoa e io ero insieme al mio amico Piero C. sul ponte sul lago, ad un certo punto è passato sotto di noi perché stava facendo riscaldamento prima di una gara; ad un certo punto il mio amico mi dice: “A me Bonomi mi sta sulle palle”. Lui si è fermato, ha posato la pagaia in appoggio, si è girato verso di noi alzando la testa e ci ha mandato a cagare.
Ero a Sabaudia (1990 credo) per una gara di canoa e io ero insieme al mio amico Piero C. sul ponte sul lago, ad un certo punto è passato sotto di noi perché stava facendo riscaldamento prima di una gara; ad un certo punto il mio amico mi dice: “A me Bonomi mi sta sulle palle”. Lui si è fermato, ha posato la pagaia in appoggio, si è girato verso di noi alzando la testa e ci ha mandato a cagare.
domenica 27 dicembre 2009
Cani al pascolo II
L’omino, piccolo, si avviava verso il giardinetto al mattino presto; la nebbia e le luci giallastre dei lampioni sfocavano il paesaggio, rendendolo ancora più anonimo di quanto lo era la sera precedente.
Il suo cane al guinzaglio, un setter grigio e rossiccio tirava il braccio del padrone e con un improvviso strattone faceva cedere rumorosamente un paio di punti della cucitura del cappotto di lana di seconda scelta che l’omino indossava.
“Stupido cane”, pensò
“Vedi di fare in fretta, che me ne voglio tornare a casa” sussurrò al setter mentre entrava nel giardinetto. Con un movimento meccanico, slacciò il guinzaglio dal collare. Il cane si mise a correre verso il centro del parchetto, sollevando nuvolette di brina al suo passaggio.
L’omino si guardò in giro assonnato: un paio di uomini dalla pelle scura attraversavano frettolosamente il parchetto immersi nei loro spessi cappelli di lana e nelle loro preoccupazioni.
“Uhmpf! Vengono qui a rubare il mestiere ai nostri ragazzi, che se ne stiano un po’ nel loro paese!” brontolò mentre attraversava il prato centrale.
Il cane si era messo ad annusare in terra in maniera insistente e iniziava a girare intorno come per cercare un punto preciso.
“Guardalo il mio Tommi, ha l’istinto del cacciatore!”, pensò osservando il cane che espletava i suoi bisogni all’interno del prato.
L’omino si guardava intorno dirigendosi verso la zona dei giochi per i bambini.
Stava pensando alla notte precedente, mentre la luce del mattino stava aumentando di intensità, così come i rumori della città che si sveglia per lavorare.
“Niente male il travone di ieri sera” ricordò a se stesso, mentre si accendeva una Nazionale appoggiato allo scivolo, “solo che aveva un profumo di merda. Bleah. Ce l’ho ancora addosso”.
L’omino guardava con contrariata curiosità il tizio che faceva strani movimenti nel campo da basket.
“Guarda quel coglione che fa…, cosa fa giudò, karatè? Boh? Alle 6 del mattino? “ pensò
“Ma perché non se ne sta a casa sua a dormire?” si chiese mentre il cane orinava sul palo dell’altalena.
“Era quel coglione della volta scorsa che mi ha detto che non dovevo portare in giro il cane; pensa te! Chi si crede di essere? Guardalo, adesso gioca col bastone”.
Si alzò il bavero del suo cappotto, stringendosi le spalle nervosamente. L’uomo col bastone si era fermato e osservava l’omino. Faceva molto freddo, ma lui era immobile e lo scrutava. All’improvviso l’omino iniziò a tremare, ma non sapeva se fosse il freddo o altro. L’uomo aveva posato in terra il bastone e si era mosso verso la sua direzione; a grandi passi si avvicinava, era lento ma era veloce al tempo stesso. Ora lo poteva vedere meglio: era un po’ più alto di lui, le sue spalle larghe erano coperte da una felpa bianca e blu e dei pantaloncini da calcio neri su degli scalda-muscoli blu elettrico a stretto trattenevano le gambe muscolose. Ma era il suo viso che lo spaventava: la faccia dura con la barba appena accennata, gocciolava per il sudore della fatica degli esercizi; il resto della testa era coperto da una bandana bianca con degli strani disegni neri. E fumava: sì, il viso, la testa e la faccia fumavano; e anche le spalle e il fumo che usciva dalla pelle e dai vestiti formava dei mulinelli; e lui si avvicinava, sempre di più, sempre più vicino. Un pensiero implorante verso il cane gli attraversò la mente, ma il setter sembrava più interessato ad annusare un cocker al guinzaglio di una signora. Ora gli poteva vedere gli occhi:erano verdi ma erano ardenti; il freddo e il terrore aveva bloccato le sue gambe. “Aiuto, oddio nonononono….” Ma la bocca non riusciva a pronunciare neanche una sillaba.
Lui parlò, invece: “La prossima volta che la vedo che lascia che il suo cane sporchi fuori dal recinto per i cani, chiamo i Vigili!” sibilò all’omino terrorizzato. Con lo sguardo lo penetrò per pochi interminabili secondi, poi si girò e se ne andò di nuovo verso il campo di basket.
L’omino era rimasto di ghiaccio ad osservarlo mentre si allontanava. Era rimasto immobile, ora non sentiva più neanche il freddo. Adesso l’uomo era lontano e aveva ripreso in mano il bastone ma continuava ad osservarlo. L’omino prima di andare a recuperare il suo cane gli era sembrato di leggere sulle sue labbra: “Adesso puoi respirare, stronzo”.
Leggi anche: Cani al pascolo I. (Suara)
Il suo cane al guinzaglio, un setter grigio e rossiccio tirava il braccio del padrone e con un improvviso strattone faceva cedere rumorosamente un paio di punti della cucitura del cappotto di lana di seconda scelta che l’omino indossava.
“Stupido cane”, pensò
“Vedi di fare in fretta, che me ne voglio tornare a casa” sussurrò al setter mentre entrava nel giardinetto. Con un movimento meccanico, slacciò il guinzaglio dal collare. Il cane si mise a correre verso il centro del parchetto, sollevando nuvolette di brina al suo passaggio.
L’omino si guardò in giro assonnato: un paio di uomini dalla pelle scura attraversavano frettolosamente il parchetto immersi nei loro spessi cappelli di lana e nelle loro preoccupazioni.
“Uhmpf! Vengono qui a rubare il mestiere ai nostri ragazzi, che se ne stiano un po’ nel loro paese!” brontolò mentre attraversava il prato centrale.
Il cane si era messo ad annusare in terra in maniera insistente e iniziava a girare intorno come per cercare un punto preciso.
“Guardalo il mio Tommi, ha l’istinto del cacciatore!”, pensò osservando il cane che espletava i suoi bisogni all’interno del prato.
L’omino si guardava intorno dirigendosi verso la zona dei giochi per i bambini.
Stava pensando alla notte precedente, mentre la luce del mattino stava aumentando di intensità, così come i rumori della città che si sveglia per lavorare.
“Niente male il travone di ieri sera” ricordò a se stesso, mentre si accendeva una Nazionale appoggiato allo scivolo, “solo che aveva un profumo di merda. Bleah. Ce l’ho ancora addosso”.
L’omino guardava con contrariata curiosità il tizio che faceva strani movimenti nel campo da basket.
“Guarda quel coglione che fa…, cosa fa giudò, karatè? Boh? Alle 6 del mattino? “ pensò
“Ma perché non se ne sta a casa sua a dormire?” si chiese mentre il cane orinava sul palo dell’altalena.
“Era quel coglione della volta scorsa che mi ha detto che non dovevo portare in giro il cane; pensa te! Chi si crede di essere? Guardalo, adesso gioca col bastone”.
Si alzò il bavero del suo cappotto, stringendosi le spalle nervosamente. L’uomo col bastone si era fermato e osservava l’omino. Faceva molto freddo, ma lui era immobile e lo scrutava. All’improvviso l’omino iniziò a tremare, ma non sapeva se fosse il freddo o altro. L’uomo aveva posato in terra il bastone e si era mosso verso la sua direzione; a grandi passi si avvicinava, era lento ma era veloce al tempo stesso. Ora lo poteva vedere meglio: era un po’ più alto di lui, le sue spalle larghe erano coperte da una felpa bianca e blu e dei pantaloncini da calcio neri su degli scalda-muscoli blu elettrico a stretto trattenevano le gambe muscolose. Ma era il suo viso che lo spaventava: la faccia dura con la barba appena accennata, gocciolava per il sudore della fatica degli esercizi; il resto della testa era coperto da una bandana bianca con degli strani disegni neri. E fumava: sì, il viso, la testa e la faccia fumavano; e anche le spalle e il fumo che usciva dalla pelle e dai vestiti formava dei mulinelli; e lui si avvicinava, sempre di più, sempre più vicino. Un pensiero implorante verso il cane gli attraversò la mente, ma il setter sembrava più interessato ad annusare un cocker al guinzaglio di una signora. Ora gli poteva vedere gli occhi:erano verdi ma erano ardenti; il freddo e il terrore aveva bloccato le sue gambe. “Aiuto, oddio nonononono….” Ma la bocca non riusciva a pronunciare neanche una sillaba.
Lui parlò, invece: “La prossima volta che la vedo che lascia che il suo cane sporchi fuori dal recinto per i cani, chiamo i Vigili!” sibilò all’omino terrorizzato. Con lo sguardo lo penetrò per pochi interminabili secondi, poi si girò e se ne andò di nuovo verso il campo di basket.
L’omino era rimasto di ghiaccio ad osservarlo mentre si allontanava. Era rimasto immobile, ora non sentiva più neanche il freddo. Adesso l’uomo era lontano e aveva ripreso in mano il bastone ma continuava ad osservarlo. L’omino prima di andare a recuperare il suo cane gli era sembrato di leggere sulle sue labbra: “Adesso puoi respirare, stronzo”.
Leggi anche: Cani al pascolo I. (Suara)
venerdì 25 dicembre 2009
Lo sportivo del sapere inutile II
Giuseppe (Beppe) Furino (mediano di spinta della Juventus anni 70) abitava nello stesso isolato nel quale abitavo io.
Affermazione Bonus: Nel suo stesso palazzo abitava anche una bambina di nome Vittoria che veniva al’asilo con me e se la menava perché prendeva l’ascensore insieme a lui
Affermazione Bonus: Nel suo stesso palazzo abitava anche una bambina di nome Vittoria che veniva al’asilo con me e se la menava perché prendeva l’ascensore insieme a lui
La nipote e la porcizia
(non è un racconto porno)
Buon natale a tutti, innanzitutto. Vi raccontavo della porcizia che scorre forte nella mia famiglia. In particolare nella mia nipote. Ho due nipoti uno 7 anni e l’altra di 5 e tutti e due stravedono per Patatina. È ovvio: sono bambini, lei è piccolina e loro vogliono giocare. Ieri 24, eravamo a tavola e il nipotame faceva un po di casino (eravamo in 9 a tavola) e non volevano mangiare o mangiavano troppo ecc ecc, solite cose che fanno i bambini. Allora seriamente gli ho detto che devono essere bravi, perche sono grandi bla bla bla ma soprattutto che “Patatina vi guarda e prende esempio da voi e quindi voi dovete essere da esempio per lei, avete capito?” e loro, serissimi “ Sì”; e verso mia nipote “Hai capito quindi che non devi stare in ginocchio sulla sedia a tavola?”
Annuisce vigorosamente con la testa, si mette seduta e “Beuurk!!” rutta.
Cazz.
Bell’esempio.
Non ho potuto far a meno di rotolarmi per le risate.
Buon natale a tutti, innanzitutto. Vi raccontavo della porcizia che scorre forte nella mia famiglia. In particolare nella mia nipote. Ho due nipoti uno 7 anni e l’altra di 5 e tutti e due stravedono per Patatina. È ovvio: sono bambini, lei è piccolina e loro vogliono giocare. Ieri 24, eravamo a tavola e il nipotame faceva un po di casino (eravamo in 9 a tavola) e non volevano mangiare o mangiavano troppo ecc ecc, solite cose che fanno i bambini. Allora seriamente gli ho detto che devono essere bravi, perche sono grandi bla bla bla ma soprattutto che “Patatina vi guarda e prende esempio da voi e quindi voi dovete essere da esempio per lei, avete capito?” e loro, serissimi “ Sì”; e verso mia nipote “Hai capito quindi che non devi stare in ginocchio sulla sedia a tavola?”
Annuisce vigorosamente con la testa, si mette seduta e “Beuurk!!” rutta.
Cazz.
Bell’esempio.
Non ho potuto far a meno di rotolarmi per le risate.
giovedì 24 dicembre 2009
Lo sportivo dal sapere inutile I
La moglie di Cabrini (calciatore della Juventus e della Nazionale campione del mondo 1982) si chiama Consuelo.
Con questa ho vinto il titolo dell'Uomo del sapere Inutile del Dicembre 1995.
Con questa ho vinto il titolo dell'Uomo del sapere Inutile del Dicembre 1995.
Pan di Spugna
Questo non è un blog di ricette, ce ne sono 50.000 e sicuramente fatti meglio. Siccome sport e alimentazione sono legati è meglio sempre accennare al cibo. Ieri volevo fare una torta tipo primavera (top 5), . ho iniziato a cercare su internet una bella ricetta ma le trovavo tutte uguali (tipo copia-incolla), evidentemente il clona blog è una pratica diffusa.
Allora mi sono fatto la torta senza seguire la ricetta né le dosi. Diciamo, per utilizzare un’espressione latina, “ad cazzum”; farina, uova, zucchero, burro, lievito e albumi montati a neve. Quando ormai avevo messo gli albumi a neve, mi sono accorto che le dosi erano ridotte, allora ho versato tutto nella forma per la ciambella per dare creatività o comunque nascondere la porcheria che ho fatto.
Tutto sommato poi il risultato non è stato poi così male.
Allora ho portato una bella fetta di “ciambella primavera” alla Genia allattante (=che allatta). Ne ha mangiato un morso e le si è stoppato in gola. Allora mi ha detto:
“Gofghe è mefghio fof gun fo di ghfighfana”;
“Forse è meglio con un po’ di tisana” mi ha ripetuto mentre le applicavo la manovra di Heimlich.
Allora, indiscutibilmente in colpa, le ho preparato la Tisana della Mamma della Weleda in una bella tazza di fine porcellana svedese (la tazza krongdburgh dell’Ikea) e lei ci ha pucciato dentro la fetta di Ciambella.
Poi ha tirato su la fetta e con essa metà del contenuto della tazza.
“Buona”, mi ha rassicurato “che cos’è? Ciambella o Pan di Spugna?”.
Di seguito la ricetta del Pan di Spugna
Zucchero qb, 4 tuorli di uova, 1 bustina di lievito, farina qb, burro qb (va bene anche l’olio o la margarina o lo strutto o la sugna) e mischiare tutto insieme, aggiungere gli albumi montati a neve, mettere in un contenitore e il tutto nel forno abbastanza caldo; quando vi sembra cotta, sfornate,mangiatela quando ne avete voglia.
“L’ingrediente che un cuoco non deve mai dimenticare è la precisione in ogni suo aspetto“ (P.Artusi, La Scienza in Cucina E L'arte Di Mangiar Bene)
Allora mi sono fatto la torta senza seguire la ricetta né le dosi. Diciamo, per utilizzare un’espressione latina, “ad cazzum”; farina, uova, zucchero, burro, lievito e albumi montati a neve. Quando ormai avevo messo gli albumi a neve, mi sono accorto che le dosi erano ridotte, allora ho versato tutto nella forma per la ciambella per dare creatività o comunque nascondere la porcheria che ho fatto.
Tutto sommato poi il risultato non è stato poi così male.
Allora ho portato una bella fetta di “ciambella primavera” alla Genia allattante (=che allatta). Ne ha mangiato un morso e le si è stoppato in gola. Allora mi ha detto:
“Gofghe è mefghio fof gun fo di ghfighfana”;
“Forse è meglio con un po’ di tisana” mi ha ripetuto mentre le applicavo la manovra di Heimlich.
Allora, indiscutibilmente in colpa, le ho preparato la Tisana della Mamma della Weleda in una bella tazza di fine porcellana svedese (la tazza krongdburgh dell’Ikea) e lei ci ha pucciato dentro la fetta di Ciambella.
Poi ha tirato su la fetta e con essa metà del contenuto della tazza.
“Buona”, mi ha rassicurato “che cos’è? Ciambella o Pan di Spugna?”.
Di seguito la ricetta del Pan di Spugna
Zucchero qb, 4 tuorli di uova, 1 bustina di lievito, farina qb, burro qb (va bene anche l’olio o la margarina o lo strutto o la sugna) e mischiare tutto insieme, aggiungere gli albumi montati a neve, mettere in un contenitore e il tutto nel forno abbastanza caldo; quando vi sembra cotta, sfornate,mangiatela quando ne avete voglia.
“L’ingrediente che un cuoco non deve mai dimenticare è la precisione in ogni suo aspetto“ (P.Artusi, La Scienza in Cucina E L'arte Di Mangiar Bene)
venerdì 18 dicembre 2009
Riflessioni
Io capisco che non posso sempre produrre dei racconti che facciano spanciare dalle risate.
Guardate che non è affatto facile.
Primo non sono un umorista professionista, o scrittore, o giornalista, ecc per cui non sono abituato a scrivere “di mestiere”. Nel senso che se non sono in vena, non ce n’è, non mi viene in mente niente. Sì, d’accordo potrei giocarmi gli “spunti “(cioè i mezzi racconti preparati, le idee da sviluppare) ma se non sono in vena, non ce n’è, non mi viene niente.
Poi non posso tirare in ballo sempre Patatina; questo è un sito che parla del mio rapporto con lo sport in maniera ironica; tratto un argomento molto serio, ovvero la paura di invecchiare, cosa che capiterà a tutti, tranne che ai Maiali. E lo sport ormai fa parte della mia vita, non riesco a rinunciarvi.
Stasera non sono potuto andare a fare Shaolin e mi sento in gabbia, come se mi avessero legato mani e piedi. Purtroppo non posso sempre fare quello che voglio perche stasera la mia Genia ( a cui ho dato il bigliettino di auguri per il suo compleanno dopo 2 mesi e 3 giorni, ma non è servito) non stava bene, era stanca, e cazzarola vorrei vedere voi allattare una Porchetta!!!
Scusate, intanto che mi viene in mente, stasera Patatina (7 mesi) era in terra a giocare e sentiva la differenza tra caldo e freddo toccando il termosifone, si è messa in ginocchio e se la rideva perché appoggiava prima una manina sul calorifero e quando sentiva troppo caldo la tirava mia e si appoggiava con l’altra e così via, quando sentiva scottare alternava le due manine, e se la rideva. Ed era in ginocchio per cui era riuscita a bilanciarsi bene e si ondeggiava spingendosi con le manine avanti e indietro. Io ero sorpreso dei suoi progressi motori (Plurale di “motorio”) di Patatina e ridevo e anche lei rideva perché ridevo anch’io.
“Non mi guardare” le ho detto allarmato “rimani concentrat…” Sdeng!
Testata sul termosifone.
Aveva mancato la presa con una manina e aveva battuto la fronte.
Mi guarda con l’espressione di chi sta per scoppiare in lacrime. Io la guardo mesto e dispiaciuto, piegando la testa da un lato per rassicurarla: “ Mi spiace, Patatì..” e lei , mi guarda come per dire “pendimi in baccio! Pee favoe* “e poi “gheeeee!! Ughuau ahahahha!” e se la ride e riprende a giocare sul termosifone.
“machecazzotiridi”
[* è chiaro che non ha parlato, ha sette mesi, ma una ipotetica 3enne, avrebbe detto così]
Quello che voglio dirvi, per tornare in argomento, è che è sempre difficile scrivere degli episodi, a tema, divertenti. Facile tirare in ballo Porchetta. Ma non era mia intenzione fare un blog padre-figlia. Ma di (quasi) solo sport.
Poi non c’e nessuno che mi legge, anche questo di certo non ti stimola. Mi legge la Genia, che mi fa sempre i complimenti e mi dice che è bello, scrivo bene, si diverte un sacco ecc ecc e mi stimola a scrivere cose nuove (il soprannome Genia non è a caso), mi legge Patatina (glielo leggo io, Gheeueueue! Dice, che vuol dire bravo, bene, sei cazzuto ecc ecc ), la zia Dolce e penso nessun altro.
Non mi va di dirlo ai miei amici che fanno kung fu con me perché poi la voce gira (e se lo vengono a sapere i maestri che magari non prendo troppo sul serio “l’Arte” si incazzano), gli altri miei amici che no c'entrano con uk kung fu... non so. Per cui la scelta delle persone a cui fare pubblicità risulta veramente difficile.
Ecco, adesso mi sono sfogato.
Ciao me ne vado a letto.
Guardate che non è affatto facile.
Primo non sono un umorista professionista, o scrittore, o giornalista, ecc per cui non sono abituato a scrivere “di mestiere”. Nel senso che se non sono in vena, non ce n’è, non mi viene in mente niente. Sì, d’accordo potrei giocarmi gli “spunti “(cioè i mezzi racconti preparati, le idee da sviluppare) ma se non sono in vena, non ce n’è, non mi viene niente.
Poi non posso tirare in ballo sempre Patatina; questo è un sito che parla del mio rapporto con lo sport in maniera ironica; tratto un argomento molto serio, ovvero la paura di invecchiare, cosa che capiterà a tutti, tranne che ai Maiali. E lo sport ormai fa parte della mia vita, non riesco a rinunciarvi.
Stasera non sono potuto andare a fare Shaolin e mi sento in gabbia, come se mi avessero legato mani e piedi. Purtroppo non posso sempre fare quello che voglio perche stasera la mia Genia ( a cui ho dato il bigliettino di auguri per il suo compleanno dopo 2 mesi e 3 giorni, ma non è servito) non stava bene, era stanca, e cazzarola vorrei vedere voi allattare una Porchetta!!!
Scusate, intanto che mi viene in mente, stasera Patatina (7 mesi) era in terra a giocare e sentiva la differenza tra caldo e freddo toccando il termosifone, si è messa in ginocchio e se la rideva perché appoggiava prima una manina sul calorifero e quando sentiva troppo caldo la tirava mia e si appoggiava con l’altra e così via, quando sentiva scottare alternava le due manine, e se la rideva. Ed era in ginocchio per cui era riuscita a bilanciarsi bene e si ondeggiava spingendosi con le manine avanti e indietro. Io ero sorpreso dei suoi progressi motori (Plurale di “motorio”) di Patatina e ridevo e anche lei rideva perché ridevo anch’io.
“Non mi guardare” le ho detto allarmato “rimani concentrat…” Sdeng!
Testata sul termosifone.
Aveva mancato la presa con una manina e aveva battuto la fronte.
Mi guarda con l’espressione di chi sta per scoppiare in lacrime. Io la guardo mesto e dispiaciuto, piegando la testa da un lato per rassicurarla: “ Mi spiace, Patatì..” e lei , mi guarda come per dire “pendimi in baccio! Pee favoe* “e poi “gheeeee!! Ughuau ahahahha!” e se la ride e riprende a giocare sul termosifone.
“machecazzotiridi”
[* è chiaro che non ha parlato, ha sette mesi, ma una ipotetica 3enne, avrebbe detto così]
Quello che voglio dirvi, per tornare in argomento, è che è sempre difficile scrivere degli episodi, a tema, divertenti. Facile tirare in ballo Porchetta. Ma non era mia intenzione fare un blog padre-figlia. Ma di (quasi) solo sport.
Poi non c’e nessuno che mi legge, anche questo di certo non ti stimola. Mi legge la Genia, che mi fa sempre i complimenti e mi dice che è bello, scrivo bene, si diverte un sacco ecc ecc e mi stimola a scrivere cose nuove (il soprannome Genia non è a caso), mi legge Patatina (glielo leggo io, Gheeueueue! Dice, che vuol dire bravo, bene, sei cazzuto ecc ecc ), la zia Dolce e penso nessun altro.
Non mi va di dirlo ai miei amici che fanno kung fu con me perché poi la voce gira (e se lo vengono a sapere i maestri che magari non prendo troppo sul serio “l’Arte” si incazzano), gli altri miei amici che no c'entrano con uk kung fu... non so. Per cui la scelta delle persone a cui fare pubblicità risulta veramente difficile.
Ecco, adesso mi sono sfogato.
Ciao me ne vado a letto.
giovedì 17 dicembre 2009
Salame
Non so neanche da dove incominciare… ieri mi stavo allenando al parchetto e facevo le cadute, per le arti marziali, come al solito. C’è una caduta che si chiama chao yue kun shen, si prende una semi rincorsa, si salta in avanti in tuffo, si atterra facendo una capriola e ci si rialza. Il momento critico è quando sei in volo e stai per appoggiare le mani a terra e piegarti per fare la capovolta. Qui ti giochi tutto. Quando stai per saltare è il punto di non ritorno. Se ti manca il coraggio di piegarti, perché hai l’indecisione finale, allora ti succede come a me. Sei in volo, appoggi le mani a terra, loro non si piegano e stavolta neanche la schiena,. 80 (e passa ) chili sulla colonna. Stototrock! Ecco, Insaccato, manco fossi un salame. La mia osteopata mi ha messo a posto oggi pomeriggio.
Santa Cristina da Boavista.
Santa Cristina da Boavista.
martedì 15 dicembre 2009
78-84-78 II
Siccome ero sceso a 81,8. Ieri ho fatto la Sacher, ho comprato un chilo di Asiago (non molto buono, peraltro, ma era in offerta, ci farò della fonduta) e orecchiette coi broccoli (che ho mangiato fredde a mezzanotte, con olio e pecorino grattato)
Spendo solo una parola per la Sacher che era da commozione, a me il cioccolato stufa ma la Sacher è tra i top five dolci (insieme a meringata, gelato alla frutta , torta paradiso di Vigoni di Pavia. crostata con frutta fresca e crema)
Ce ne siamo fatti fuori metà. Anche Patatina, col latte. Di sua madre.
si perchè in pratica ha spremuto la tetta nel bicchierino e ci ha pucciato la Sacher.
Anch'io lo assaggiato, ma ho usato un paio di Macine
Troppo Maiali Totali.
Spendo solo una parola per la Sacher che era da commozione, a me il cioccolato stufa ma la Sacher è tra i top five dolci (insieme a meringata, gelato alla frutta , torta paradiso di Vigoni di Pavia. crostata con frutta fresca e crema)
Ce ne siamo fatti fuori metà. Anche Patatina, col latte. Di sua madre.
si perchè in pratica ha spremuto la tetta nel bicchierino e ci ha pucciato la Sacher.
Anch'io lo assaggiato, ma ho usato un paio di Macine
Troppo Maiali Totali.
Sgabello
Ieri sera mi sono allenato in palestra ed alla fine ho chiesto al mio insegnante se mi insegnava a migliorare la caduta all’indietro.
Ha preso uno sgabello, lo ha messo al centro della materassina e ha detto:
“siediti” e mi sono seduto
Poi mi ha spinto e mi ha fatto cadere. All’indietro.
Allora mi sono rialzato e ci ho riprovato a cadere all’indietro dallo sgabello e “patapam! “ delle botte fortissime sulla materassina .
“fammi riprovare” e patapam!
“no no” dice il mio insegnante “ guarda si fa così” e patapam! Giù dallo sgabello anche lui.
E patapam e patapam, tutti e due uno dopo l'altro. Due scemi. Uno che insegnava e l0altro che lo ascoltava in adorazione. Dopo cinque minuti c’erano 20 persone ferme che ci guardavano perplessi. “ehm ehm" ci siamo schiariti la gola
e con voce impostata:
"sì, perchè il canale vescica è stimolato lungo i punti 17 18 19..." ha iniziato a descrivermi quali meridiani sono influenzati dalla caduta all’indietro; anch’io facevo finta che la cosa fosse interessante per darmi un tono.
Lo so che non rende bene raccontata, posso mica mettere un video! Però ero bello contento che ho imparato a cadere indietro dallo sgabello. Lo devo insegnare a Patatina. Anche se lei è in grado di cadere dal seggiolone senza addestramento.
E atterra in posizione pu t’ui .
Così:
Quando sono un po in crisi di idee, vado su Patatina e lei risolleva la qualità.
però, scusate... cadere apposta dallo sgabello... minchione totale...
Ha preso uno sgabello, lo ha messo al centro della materassina e ha detto:
“siediti” e mi sono seduto
Poi mi ha spinto e mi ha fatto cadere. All’indietro.
Allora mi sono rialzato e ci ho riprovato a cadere all’indietro dallo sgabello e “patapam! “ delle botte fortissime sulla materassina .
“fammi riprovare” e patapam!
“no no” dice il mio insegnante “ guarda si fa così” e patapam! Giù dallo sgabello anche lui.
E patapam e patapam, tutti e due uno dopo l'altro. Due scemi. Uno che insegnava e l0altro che lo ascoltava in adorazione. Dopo cinque minuti c’erano 20 persone ferme che ci guardavano perplessi. “ehm ehm" ci siamo schiariti la gola
e con voce impostata:
"sì, perchè il canale vescica è stimolato lungo i punti 17 18 19..." ha iniziato a descrivermi quali meridiani sono influenzati dalla caduta all’indietro; anch’io facevo finta che la cosa fosse interessante per darmi un tono.
Lo so che non rende bene raccontata, posso mica mettere un video! Però ero bello contento che ho imparato a cadere indietro dallo sgabello. Lo devo insegnare a Patatina. Anche se lei è in grado di cadere dal seggiolone senza addestramento.
E atterra in posizione pu t’ui .
Così:
Quando sono un po in crisi di idee, vado su Patatina e lei risolleva la qualità.
però, scusate... cadere apposta dallo sgabello... minchione totale...
domenica 13 dicembre 2009
Un mercoledi da Maiali (I leoni ci fanno le pippe)
Siccome son appena finiti i campionati di Surf, vi spiego perchè non posso praticare il surf.
Primo i maiali non possono guardare in alto.
Hanno solo 25 gradi di estensione del capo (capo…). Non posso quindi vedere l’onda che arriva. A meno che non nuotano a dorso.
La tavola non sarebbe sufficiente a reggere la mia stazza, servirebbe una zattera o una chiatta.
Entrando in acqua creerei un onda anomala che contrasterebbe immediatamente il ciclo di onde, con immediato disappunto dei surfisti. Che non avrebbero più ragione di ubriacarsi di sera.
Comunque, siccome sono abbastanza acquatico quest’estate ho fatto il bagno in questo mare a pochi chilometri dalla foto.
Eravamo io e mio cognato (che è più acquatico di me, ma non Maiale) ed eravamo a riva a guardare le onde, si avvicina il bagnino e ci fa: “Non vorrete fare il bagno”; e noi:” Seeeee”, e via in acqua.
Primo i maiali non possono guardare in alto.
Hanno solo 25 gradi di estensione del capo (capo…). Non posso quindi vedere l’onda che arriva. A meno che non nuotano a dorso.
La tavola non sarebbe sufficiente a reggere la mia stazza, servirebbe una zattera o una chiatta.
Entrando in acqua creerei un onda anomala che contrasterebbe immediatamente il ciclo di onde, con immediato disappunto dei surfisti. Che non avrebbero più ragione di ubriacarsi di sera.
Comunque, siccome sono abbastanza acquatico quest’estate ho fatto il bagno in questo mare a pochi chilometri dalla foto.
Eravamo io e mio cognato (che è più acquatico di me, ma non Maiale) ed eravamo a riva a guardare le onde, si avvicina il bagnino e ci fa: “Non vorrete fare il bagno”; e noi:” Seeeee”, e via in acqua.
venerdì 11 dicembre 2009
Il silenzio degli innocenti
Ho deciso che ogni 10 post che sono a tema del blog, cioè Maiale e sport, ho deciso di inserire un post che non c’entra niente. Ne ho scritti fino ad ora 13 quindi me ne spetta almeno 1,3.
È un ricordo un po’ triste.
Qualche mese fa, stavo tornando a casa in una bella sera di Giugno, ed ho incontrato la mia amica Paola che vedo indaffarata davanti al portone di casa sua.
“Ciao, come va?” le chiedo
“’nsomma..” risponde affaticata mentre cerca di infilare in un furgoncino un pezzo di una libreria.
“Non vuoi una mano? è pesante e comunque in due facciamo prima e liberiamo il passo carraio”
“Mmhh, sì grazie” dice lei ”allora, fai una cosa, entra nel furgoncino e tira dentro la libreria, mentre io la spingo” aggiunge
“No, scusa, non ho capito” rispondo “Tu vuoi che io entri nel furgone a tirare l’armadio mentre tu sei fuori e lo spingi dentro?”
“eh! Perché?” guardandomi
“Come Buffalo Bill che chiede alla figlia del Governatore di entrare nel furgone per aiutarlo a spingere dentro un armadio, nel Silenzio degli Innocenti?”
“Eh?” sconcertata.
“niente… come al solito ti manca la cultura di base” dico con sufficienza, “Và, entra nel furgone che lo porto dentro io. Tu dimmi dove lo posiziono”
Con enorme fatica entro con la libreria nel furgone e mi aiuta a sistemarlo
“ecco… cosi…” dico io “ ufff…. Senti Paola, ma tu porti la 42?”
“…sssì, perché?”
“niente, niente”.
Ieri accendo per caso la televisione e la vedo che la cercano da Chi L’Ha Visto.
Era scomparsa da sei mesi
È un ricordo un po’ triste.
Qualche mese fa, stavo tornando a casa in una bella sera di Giugno, ed ho incontrato la mia amica Paola che vedo indaffarata davanti al portone di casa sua.
“Ciao, come va?” le chiedo
“’nsomma..” risponde affaticata mentre cerca di infilare in un furgoncino un pezzo di una libreria.
“Non vuoi una mano? è pesante e comunque in due facciamo prima e liberiamo il passo carraio”
“Mmhh, sì grazie” dice lei ”allora, fai una cosa, entra nel furgoncino e tira dentro la libreria, mentre io la spingo” aggiunge
“No, scusa, non ho capito” rispondo “Tu vuoi che io entri nel furgone a tirare l’armadio mentre tu sei fuori e lo spingi dentro?”
“eh! Perché?” guardandomi
“Come Buffalo Bill che chiede alla figlia del Governatore di entrare nel furgone per aiutarlo a spingere dentro un armadio, nel Silenzio degli Innocenti?”
“Eh?” sconcertata.
“niente… come al solito ti manca la cultura di base” dico con sufficienza, “Và, entra nel furgone che lo porto dentro io. Tu dimmi dove lo posiziono”
Con enorme fatica entro con la libreria nel furgone e mi aiuta a sistemarlo
“ecco… cosi…” dico io “ ufff…. Senti Paola, ma tu porti la 42?”
“…sssì, perché?”
“niente, niente”.
Ieri accendo per caso la televisione e la vedo che la cercano da Chi L’Ha Visto.
Era scomparsa da sei mesi
Patatina e la tartaruga
Ancora una volta Patatina personal trainer fa fare gli addominali al Papis. Allora: posizione supina, talloni vicini ai glutei e gambe semipiegate, braccia incrociate sul petto che tiene Porchetta (che inizia a ridere) e via, per rafforzare il retto addominale e lei se la ride ancora. Passiamo agli addominali obliqui, qui il torso a 45 gradi ruota a sinistra e a destra Porkys gorgheggia piu che mai, e sbava e si dimena.
Perdo l’equilibrio cado e con una schienata, atterro sull’unico gioco di legno che P ha. Ed è un fiore che quando è chiuso sembra innocuo, ma da aperto è peggio della pianta carnivora della Piccola bottega degli Orrori.
Schienata.
Mio urlo
Patatina ride
Patatina cade in avanti sulla mia faccia e batto la testa
Patatina ha la bocca aperta
Patatina tira una facciata e inghiotte a piena bocca il mio naso
Inizia a ridere col mio naso in bocca.
E non smette.
E sbava.
Machecazzotiridi.
Perdo l’equilibrio cado e con una schienata, atterro sull’unico gioco di legno che P ha. Ed è un fiore che quando è chiuso sembra innocuo, ma da aperto è peggio della pianta carnivora della Piccola bottega degli Orrori.
Schienata.
Mio urlo
Patatina ride
Patatina cade in avanti sulla mia faccia e batto la testa
Patatina ha la bocca aperta
Patatina tira una facciata e inghiotte a piena bocca il mio naso
Inizia a ridere col mio naso in bocca.
E non smette.
E sbava.
Machecazzotiridi.
78-84-78
Il Porco che perde peso è una contraddizione (L.G. Parker).
Solo da una decina di anni ho raggiunto una certa stabilità: 78 chili in estate e 84 in inverno. All’interno di questo intervallo, posso allenarmi, fare diete, correre, mangiare ma alla fine è sempre 78-84-78
In questo periodo il fisico regge ancora ed ero 81 circa. Sono venuti due mei amici della Palestra a casa e dico ad uno di loro: “ ma sei dimagrito”
“boh, si, no, non so” risponde
“dai prendi la bilancia”
“77”.
“buono” gli dico di nuovo
“provo io , fa l’altro
“69”
“cazzarola”, dico “pensavo che la bilancia non andasse sotto gli 80 chili…”
“Dài, pesati tu” fanno loro “quanto sei?”
“sarò 81,5” salendo sulla bilancia
Abbasso gli occhi.”85,9”
“si ma sono vestito…” e sono impallidito
Il mattino dopo mi sono alzato, centrato e convinto e ho iniziato le procedure per misurare il peso: mi sono tagliato i capelli a zero, fatto la barba, doccia, asciugato col fon (non si sa mai), dentifricio spazzolino colluttorio, doppio purgante, tagliato le unghie, non ho messo il deodorante,buttato fuori tutta l’aria dai polmoni:
“83,9”
Fiuu… sono nella media
Solo da una decina di anni ho raggiunto una certa stabilità: 78 chili in estate e 84 in inverno. All’interno di questo intervallo, posso allenarmi, fare diete, correre, mangiare ma alla fine è sempre 78-84-78
In questo periodo il fisico regge ancora ed ero 81 circa. Sono venuti due mei amici della Palestra a casa e dico ad uno di loro: “ ma sei dimagrito”
“boh, si, no, non so” risponde
“dai prendi la bilancia”
“77”.
“buono” gli dico di nuovo
“provo io , fa l’altro
“69”
“cazzarola”, dico “pensavo che la bilancia non andasse sotto gli 80 chili…”
“Dài, pesati tu” fanno loro “quanto sei?”
“sarò 81,5” salendo sulla bilancia
Abbasso gli occhi.”85,9”
“si ma sono vestito…” e sono impallidito
Il mattino dopo mi sono alzato, centrato e convinto e ho iniziato le procedure per misurare il peso: mi sono tagliato i capelli a zero, fatto la barba, doccia, asciugato col fon (non si sa mai), dentifricio spazzolino colluttorio, doppio purgante, tagliato le unghie, non ho messo il deodorante,buttato fuori tutta l’aria dai polmoni:
“83,9”
Fiuu… sono nella media
Omaggio
Il mio Genio stasera merita un post dedicato solo a lei perchè nonostante la Pataporkys rognasse a dismisura, nonstante avesse un ginocchio gonfio come un popone mi ha lasciato andare ad allenarmi. Grazie Amore.
mercoledì 9 dicembre 2009
Patatina e il manubrio
La Piccola al mondo (6 mesi) mi permette di gestire meglio il tempo da dedicare allo sport. Allora faccio sport CON la Patatina (complemento di mezzo). In questa maniera per prima cosa, gioco con la bambina, secondo; faccio un po’ di esercizio.
E sviluppo la sua Porcizia, cioè l’essenza di Essere Maiale.
Una delle funzioni più recenti di Patatina è il manubrio: ci si sdraia supini, si prende Patatina sul petto e a braccia tese la si porta indietro, dietro la testa; il suo movimento è un arco di 90 gradi e parte da prona sopra il vostro petto fino a testa in giù vicino al pavimento, il cosiddetto “pullover”.
Patatina si diverte come una matta, se la ride a crepapelle e anch’io devo dire, insomma, mi diverto un bel po’; vedere la propria figlia ridere è una delle sensazioni assimilabili ad una medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Ieri ho fatto ancora questo gioco e Porkys se la rideva, come una matta e io mi sono “dislinquito” tutto e allora da sdraiato me la sono messa di fronte per godere al pieno delle sue risatone crasse e lei per ricambiarmi, “Sblergh!”, mi ha sboccato su naso, guancia e bocca.
Latte.
Di su madre.
Ricottato.
Caldo e un po’ bavoso.
Lei ha continuato a ridere. Io no.
Checazzotiridivaffanculo.
E sviluppo la sua Porcizia, cioè l’essenza di Essere Maiale.
Una delle funzioni più recenti di Patatina è il manubrio: ci si sdraia supini, si prende Patatina sul petto e a braccia tese la si porta indietro, dietro la testa; il suo movimento è un arco di 90 gradi e parte da prona sopra il vostro petto fino a testa in giù vicino al pavimento, il cosiddetto “pullover”.
Patatina si diverte come una matta, se la ride a crepapelle e anch’io devo dire, insomma, mi diverto un bel po’; vedere la propria figlia ridere è una delle sensazioni assimilabili ad una medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Ieri ho fatto ancora questo gioco e Porkys se la rideva, come una matta e io mi sono “dislinquito” tutto e allora da sdraiato me la sono messa di fronte per godere al pieno delle sue risatone crasse e lei per ricambiarmi, “Sblergh!”, mi ha sboccato su naso, guancia e bocca.
Latte.
Di su madre.
Ricottato.
Caldo e un po’ bavoso.
Lei ha continuato a ridere. Io no.
Checazzotiridivaffanculo.
martedì 8 dicembre 2009
Fashion victim: vestiti da allenamento
Ho fatto canoa per 20 anni, la canoa olimpica (canadese in particolare) sul lago; è un sport “povero” nel senso che non ti richiede una attrezzatura costosa, la canoa è della società sportiva, se entri nella squadra agonistica e fai le gare, non costa molto; non servono strutture particolari, un lago, un canale o uno specchio d’acqua è sufficiente: non hai un grosso contatto con le altre persone per cui ti devi vestire con i pantaloncini griffati o la maglietta ultimo grido.
Tutto questo mi ha sempre messo nella condizione di non curare molto il dressing code di quando faccio sport.
La collezione estiva prevedeva: pantaloncino corto nero (ovviamente multifunzione per calcio, corsa, bagno nel lago), ciabatta infradito, costume da bagno (ma non necessariamente), asciugamano per la doccia (non necessariamente, la doccia, se avevi fatto il bagno nel lago); dimenticavo, torso rigorosamente nudo (perché la canoa ti sviluppa un narcisismo fuori dal comune)
L’autunno-primavera aggiungeva maglietta manica corta o un lunga (di solito con lo stemmino della società), ma era l’inverno che esprimeva il meglio di noi canoisti.
Tiravamo fuori dagli armadi tutto quello che le nostre mamme ci compravano al mercato e che noi non indossavamo in situazioni extra sportive (perché siamo narcisi e abbiamo il limite del buongusto). Chi mi conosce sa che usavo un maglione color senape con il collo a “V”, dove la “V” e il bordo delle maniche erano rosse. Oppure un maglione verde smeraldo di finta angora che mi arrivava a metà braccio. Ma ho visto pantaloni a coste tagliati alla ciclista e una serie di Zampe di elefanti che in confronto Woodstock era il galà delle Debuttanti. Senza dimenticare loden a scacchi senza maniche e Kway con presa d’aria sotto l’ascella. Sensazionale.
La canoa l’ho abbandonata 7 anni fa ma non il buon gusto nel vestirmi.
Collezione estate: canotta rossa stinta o viola stinta (tutte e due della levi’s datate 1988, che usavo anche a canoa, e me la menavo perché erano griffate..) e pantaloncino polivalente.
Attenti alla collezione invernale, tipo oggi che pioveva.
Scaldamuscoli blu elettrico. Alt. Fermi. Non gli scaldamuscoli di Flashdance. Nono sono scaldamuscoli che avevo comprato per correre di inverno. Li avevo presi in un grande magazzino sportivo che erano in offerta ( ma và?, chissà come mai!) ed erano un po piccoli (io pensavo e penso tuttora che quando dimagrirò mi staranno alla perfezione). Intanto il prosciutto del Porco fa la sua, appunto, porca figura dentro questa tutina uguale a quella di Superman.
Siccome i prosciutti devono stare al caldo ci metto su dei calzoncini da ciclista di colore nero stretch, rigorosamente di cotone (perché il sintetico mi da un po’ fastidio). Questi li ho presi lo stesso giorno della “Superman” e siccome non c’erano da pantaloncini da ciclista di cotone da uomo, sono un modello da donna (XL per l’esattezza), mi vanno comunque bene anche senza superman sotto perché ho un po’ di “sguattamento” sui fianchi. Io ingrasso come le donne (cioè sul culo e le cosce)
Completano i calzettoni bianchi lunghi da tennis alle caviglie come (questa volta, sì) Flashdance.
Sopra è abbastanza sobrio: 2 magliette di cotone, una maglietta manica lunga cotone, una maglietta manica lunga tipo “maratona” traforata e felpa di Fiorucci anno 1989. Anche questo un altro pezzo di collezione. Ultima, la giacca a vento da ciclista arancione (1984. non scherzo, facevo la 5 liceo, usata anche a canoa)
Quando fa freddo freddo non può mancare la maglietta di lana maniche corte. Sì, esattamente, quella che pensate voi, quella che si metteva vostro nonno. Che è gialla. Ma era bianca quando era nuova.
Secondo voi, dopo questo post, quanti marchi di abbigliamento sportivo mi contatteranno per un banner?
Bruce. Bruce Banner.
Tutto questo mi ha sempre messo nella condizione di non curare molto il dressing code di quando faccio sport.
La collezione estiva prevedeva: pantaloncino corto nero (ovviamente multifunzione per calcio, corsa, bagno nel lago), ciabatta infradito, costume da bagno (ma non necessariamente), asciugamano per la doccia (non necessariamente, la doccia, se avevi fatto il bagno nel lago); dimenticavo, torso rigorosamente nudo (perché la canoa ti sviluppa un narcisismo fuori dal comune)
L’autunno-primavera aggiungeva maglietta manica corta o un lunga (di solito con lo stemmino della società), ma era l’inverno che esprimeva il meglio di noi canoisti.
Tiravamo fuori dagli armadi tutto quello che le nostre mamme ci compravano al mercato e che noi non indossavamo in situazioni extra sportive (perché siamo narcisi e abbiamo il limite del buongusto). Chi mi conosce sa che usavo un maglione color senape con il collo a “V”, dove la “V” e il bordo delle maniche erano rosse. Oppure un maglione verde smeraldo di finta angora che mi arrivava a metà braccio. Ma ho visto pantaloni a coste tagliati alla ciclista e una serie di Zampe di elefanti che in confronto Woodstock era il galà delle Debuttanti. Senza dimenticare loden a scacchi senza maniche e Kway con presa d’aria sotto l’ascella. Sensazionale.
La canoa l’ho abbandonata 7 anni fa ma non il buon gusto nel vestirmi.
Collezione estate: canotta rossa stinta o viola stinta (tutte e due della levi’s datate 1988, che usavo anche a canoa, e me la menavo perché erano griffate..) e pantaloncino polivalente.
Attenti alla collezione invernale, tipo oggi che pioveva.
Scaldamuscoli blu elettrico. Alt. Fermi. Non gli scaldamuscoli di Flashdance. Nono sono scaldamuscoli che avevo comprato per correre di inverno. Li avevo presi in un grande magazzino sportivo che erano in offerta ( ma và?, chissà come mai!) ed erano un po piccoli (io pensavo e penso tuttora che quando dimagrirò mi staranno alla perfezione). Intanto il prosciutto del Porco fa la sua, appunto, porca figura dentro questa tutina uguale a quella di Superman.
Siccome i prosciutti devono stare al caldo ci metto su dei calzoncini da ciclista di colore nero stretch, rigorosamente di cotone (perché il sintetico mi da un po’ fastidio). Questi li ho presi lo stesso giorno della “Superman” e siccome non c’erano da pantaloncini da ciclista di cotone da uomo, sono un modello da donna (XL per l’esattezza), mi vanno comunque bene anche senza superman sotto perché ho un po’ di “sguattamento” sui fianchi. Io ingrasso come le donne (cioè sul culo e le cosce)
Completano i calzettoni bianchi lunghi da tennis alle caviglie come (questa volta, sì) Flashdance.
Sopra è abbastanza sobrio: 2 magliette di cotone, una maglietta manica lunga cotone, una maglietta manica lunga tipo “maratona” traforata e felpa di Fiorucci anno 1989. Anche questo un altro pezzo di collezione. Ultima, la giacca a vento da ciclista arancione (1984. non scherzo, facevo la 5 liceo, usata anche a canoa)
Quando fa freddo freddo non può mancare la maglietta di lana maniche corte. Sì, esattamente, quella che pensate voi, quella che si metteva vostro nonno. Che è gialla. Ma era bianca quando era nuova.
Secondo voi, dopo questo post, quanti marchi di abbigliamento sportivo mi contatteranno per un banner?
Bruce. Bruce Banner.
lunedì 7 dicembre 2009
Patatina e il time management
Patatina e il time management
Giovedì allenamento in palestra venerdì e sabato scarico. Mi pregustavo già domenica lunedì (ponte ) e immacolata, tre giorni di allenamento al mio parchetto. Cani permettendo.
Domenica è piovuto: mi sono allenato lo stesso. Oggi lunedì è piovuto ancora di più, cosa avreste fatto voi? Io mi sono allenato lo stesso. Erano le tre del pomeriggio. C’era pioggia, faceva freddo. Non c’era nessuno. Un po’ deprimente ma alla fine è stato bello lo stesso. E ci andrò anche domani ( è prevista pioggia)
Se avete la moglie, compagna (o chi per essa) incinta,siete sicuri che riuscirete a fare quello che facevate prima una volta Patatina o Patatino è nato? Dovrete rinunciare a molte cose perché la vostra vita ormai è scandita dai tempi di una persona che è alta (lunga) un terzo di voi ma caga il doppio. Però se Porchetta ha studiato Time Management e la vostra compagna è talmente intelligente (o sensibile) da capire quali sono le cose importanti allora avete fatto un passo verso L’Immortalità.
Ho cambiato orari della palestra e mi alleno al parco molto più frequentemente e devo dire che i progressi ci sono stati.
Ma le due componenti sono fondamentali: Patatina laureata in Management e un Genio che l’allatta
Giovedì allenamento in palestra venerdì e sabato scarico. Mi pregustavo già domenica lunedì (ponte ) e immacolata, tre giorni di allenamento al mio parchetto. Cani permettendo.
Domenica è piovuto: mi sono allenato lo stesso. Oggi lunedì è piovuto ancora di più, cosa avreste fatto voi? Io mi sono allenato lo stesso. Erano le tre del pomeriggio. C’era pioggia, faceva freddo. Non c’era nessuno. Un po’ deprimente ma alla fine è stato bello lo stesso. E ci andrò anche domani ( è prevista pioggia)
Se avete la moglie, compagna (o chi per essa) incinta,siete sicuri che riuscirete a fare quello che facevate prima una volta Patatina o Patatino è nato? Dovrete rinunciare a molte cose perché la vostra vita ormai è scandita dai tempi di una persona che è alta (lunga) un terzo di voi ma caga il doppio. Però se Porchetta ha studiato Time Management e la vostra compagna è talmente intelligente (o sensibile) da capire quali sono le cose importanti allora avete fatto un passo verso L’Immortalità.
Ho cambiato orari della palestra e mi alleno al parco molto più frequentemente e devo dire che i progressi ci sono stati.
Ma le due componenti sono fondamentali: Patatina laureata in Management e un Genio che l’allatta
Seconda Poesia Segreta del Mistero dell’Immortalità (Raghavendra)
“Maiale genera Maiale”
Difficile interpretazione. Vuol dire “l’immortalità viene concessa da un maiale immortale solo ad un altro maiale”, o per raggiungere l’Immortalità è necessario “generare un altro maiale”?
Nel primo caso bisogna trovare allora uno sponsor. Difficile cercare un altro Porco, immortale per giunta. Nella mia famiglia tra gli antenati non ne vedo, ci sono tratti molto tenui in mia sorella, ma non ne è consapevole. Ma ce ne sono in mia nipote, molto forti.
La Porcizia, cioè l’essenza dell’Essere Maiale, scorre molto forte in Lei. Le occorrerà quando sarà più grande un Maestro Maiale, sarò io.
Nel secondo caso l’interpretazione è più poetica perché si può intendere che l’immortalità si raggiunge trasmettendo ai figli la Porcizia. Difatti sette mesi fa ho generato Patatina. Che in realtà è talmente colma di Porcizia che la chiamiamo Porchetta, anche per omaggiare uno delle mie top5 pietanze.
Ho pensato che un post dedicato a Pataporchetta sarebbe stato un buon omaggio al suo ingresso nel mondo.
Difficile interpretazione. Vuol dire “l’immortalità viene concessa da un maiale immortale solo ad un altro maiale”, o per raggiungere l’Immortalità è necessario “generare un altro maiale”?
Nel primo caso bisogna trovare allora uno sponsor. Difficile cercare un altro Porco, immortale per giunta. Nella mia famiglia tra gli antenati non ne vedo, ci sono tratti molto tenui in mia sorella, ma non ne è consapevole. Ma ce ne sono in mia nipote, molto forti.
La Porcizia, cioè l’essenza dell’Essere Maiale, scorre molto forte in Lei. Le occorrerà quando sarà più grande un Maestro Maiale, sarò io.
Nel secondo caso l’interpretazione è più poetica perché si può intendere che l’immortalità si raggiunge trasmettendo ai figli la Porcizia. Difatti sette mesi fa ho generato Patatina. Che in realtà è talmente colma di Porcizia che la chiamiamo Porchetta, anche per omaggiare uno delle mie top5 pietanze.
Ho pensato che un post dedicato a Pataporchetta sarebbe stato un buon omaggio al suo ingresso nel mondo.
mercoledì 2 dicembre 2009
Le frasi celebri: “It’s a matter of mind”
Ero all’estero con dei colleghi europei e durante una cena con bevuta, un collega inglese mi diceva che uno dei “giochi” che fanno nei pub era quello di bucare con il mignolo il sottobicchiere di birra, che è di cartone abbastanza spesso; penso che tutti abbiate presente di cosa stia parlando.
Mi spiega che serve per impressionare le ragazze, una sorta di dimostrazione di machismo.
Allora con sorpresa dei presenti, prende un sottobicchiere e con un colpo secco, lo buca con il mignolo. Ovazione.
Mi guarda e mi vede scettico e mi dice:
“Sono avvantaggiato, il mio mignolo è molto forte [highly strong]” e mi mostra questo suo tozzone che ha al posto del mignolino, ed è grosso come il mio pollice; vi lascio immaginare le altre dita del badile che ha al posto della mano;
“Tu non potresti farlo, il tuo mignolo è molto sottile. È fragile [delicate]…”, aggiunge.
Ecco, l’ha detto. Prima regola: “Mai sfidare il Porco. Mai”
Specialmente se il Porco negli ultimi anni sta sviluppando il Qi.
“No, Andy, it’s not important the strenght, It’s just only a Matter of Mind” [vi metto la traduzione, solo per mio esercizio: No, Andy, non è la forza, è solo una questione di Pensiero]
“Inoltre non hai neanche la tecnica per bucare il sottobicchiere, rischi di farti male”, lo provoco.
In effetti, lui di certo teneva il mignolo bene diritto, ma perpendicolare al metacarpo, scaricando tutta la forza dell’impatto sul nervo flessore del mignolo, in pratica sull’angolo tra il mignolo e il metacarpo, colpendo il sottobicchiere dall’alto verso il basso, come se fosse un martello. Se lo avesse fatto 10 volte di seguito si sarebbe fatto male.
“Cazzo dici, non dire minchiate, non sei capace, bla bla bla “. Ribatte,scaldandosi. Ormai la birra scorreva con facilità e la sfida era lanciata.
“Non ti ho detto che non sono capace, ti ho detto che TU non sei capace”, preciso, ridacchiando.
“Sei il solito italiano chiacchierone, bla bla bla; forza, fai vedere! non sei capace?” e sobilla il resto dei presenti che già pregustavano la sfida.
“Non lo faccio, perché non ho nulla da dimostrare” dichiaro, con fare sornione.
Prosegue per un po’ il cinema poi mi decido a prendere in mano il sottobicchiere.
Lo osservo: è rotondo, con lo sfondo in blu e la scritta in oro. Inizio a respirare più lentamente e porto il pensiero dal mio addome alla punta del mignolo e da qui al centro del sottobicchiere. Un respiro. Un altro. Non sento nessuno intorno a me, il ristorante è diventato vuoto e sfocato. La folla che parla e fa rumore, ora muove silenziosamente la bocca su delle facce confuse che non riconosco. E adesso anche la mente si è svuotata. Serro il pugno, distendo il mignolo che è diventato una punta di acciaio nel manico della lancia formata da mano,polso e braccio fino al gomito. Non lo vedo neanche partire e colpire. Ma all’improvviso si sentono di nuovo chiasso e risate e con un sorriso porgo ad Andy il sottobicchiere: “See. It’s a Matter of Mind!”
Mi spiega che serve per impressionare le ragazze, una sorta di dimostrazione di machismo.
Allora con sorpresa dei presenti, prende un sottobicchiere e con un colpo secco, lo buca con il mignolo. Ovazione.
Mi guarda e mi vede scettico e mi dice:
“Sono avvantaggiato, il mio mignolo è molto forte [highly strong]” e mi mostra questo suo tozzone che ha al posto del mignolino, ed è grosso come il mio pollice; vi lascio immaginare le altre dita del badile che ha al posto della mano;
“Tu non potresti farlo, il tuo mignolo è molto sottile. È fragile [delicate]…”, aggiunge.
Ecco, l’ha detto. Prima regola: “Mai sfidare il Porco. Mai”
Specialmente se il Porco negli ultimi anni sta sviluppando il Qi.
“No, Andy, it’s not important the strenght, It’s just only a Matter of Mind” [vi metto la traduzione, solo per mio esercizio: No, Andy, non è la forza, è solo una questione di Pensiero]
“Inoltre non hai neanche la tecnica per bucare il sottobicchiere, rischi di farti male”, lo provoco.
In effetti, lui di certo teneva il mignolo bene diritto, ma perpendicolare al metacarpo, scaricando tutta la forza dell’impatto sul nervo flessore del mignolo, in pratica sull’angolo tra il mignolo e il metacarpo, colpendo il sottobicchiere dall’alto verso il basso, come se fosse un martello. Se lo avesse fatto 10 volte di seguito si sarebbe fatto male.
“Cazzo dici, non dire minchiate, non sei capace, bla bla bla “. Ribatte,scaldandosi. Ormai la birra scorreva con facilità e la sfida era lanciata.
“Non ti ho detto che non sono capace, ti ho detto che TU non sei capace”, preciso, ridacchiando.
“Sei il solito italiano chiacchierone, bla bla bla; forza, fai vedere! non sei capace?” e sobilla il resto dei presenti che già pregustavano la sfida.
“Non lo faccio, perché non ho nulla da dimostrare” dichiaro, con fare sornione.
Prosegue per un po’ il cinema poi mi decido a prendere in mano il sottobicchiere.
Lo osservo: è rotondo, con lo sfondo in blu e la scritta in oro. Inizio a respirare più lentamente e porto il pensiero dal mio addome alla punta del mignolo e da qui al centro del sottobicchiere. Un respiro. Un altro. Non sento nessuno intorno a me, il ristorante è diventato vuoto e sfocato. La folla che parla e fa rumore, ora muove silenziosamente la bocca su delle facce confuse che non riconosco. E adesso anche la mente si è svuotata. Serro il pugno, distendo il mignolo che è diventato una punta di acciaio nel manico della lancia formata da mano,polso e braccio fino al gomito. Non lo vedo neanche partire e colpire. Ma all’improvviso si sentono di nuovo chiasso e risate e con un sorriso porgo ad Andy il sottobicchiere: “See. It’s a Matter of Mind!”
lunedì 30 novembre 2009
Prima Poesia Segreta del Mistero dell’ Immortalità (Raghavendra) II
“Il Maiale domina gli elementi”
Concentriamo sul TAAF.
Io domino un elemento quando mi muovo, vi sopravvivo e sono abituale all’interno di uno di esso e/o a contatto con due di loro di cui si è confidente (Parker).
Non so neanche cosa possa voler dire. Ma mi sa che sono ben lontano dall’immortalità. Gli sport di Terra sono facili da praticare. Anche il ballo, specialmente quello Caraibico, trae energia dalla terra. La Disciplina che sto praticando in questi ultimi anni, ha gli esercizi fondamentali che sono legati alla Terra e dopo anni e anni di pratica, innalza l’Uomo verso il cielo. Tanta fatica per un cazzo. Ma per adesso sono ancora a terra, anzi rasoterra.
Aria. Facile con l’Acido Lisergico, più complesso se si vuole imparare a saltare e l’uso di ali artificiali. Qualche salto lo devo fare perché me lo richiedono agli esami, ma mi sollevo con la grazia e l’agilità, appunto, del Maiale: mi dicono: “fai Girare le gambe come vento” : e si vedono i due zamponi che fanno il mulinello in aria (a una spanna da terra). Con lenticchie
Però Aria-Terra cioè le cadute mi vengono da Dio: andare giù è facile anche se l’impatto al suolo è imbarazzante.
L’acqua è il mio elemento primario, la canoa per 20 anni, il nuoto e l’apnea fanno di me un delfino. (scusate ma sto schiattando dal ridere). Delfino…Balena forse è più adeguato…. Foca…Otaria…ecco, sì.
Quindi in tutto o tre elementi su quattro; manca il fuoco e poi posso essere immortale.
Ma mi immagino al contatto col fuoco. Stinco in crosta.
Concentriamo sul TAAF.
Io domino un elemento quando mi muovo, vi sopravvivo e sono abituale all’interno di uno di esso e/o a contatto con due di loro di cui si è confidente (Parker).
Non so neanche cosa possa voler dire. Ma mi sa che sono ben lontano dall’immortalità. Gli sport di Terra sono facili da praticare. Anche il ballo, specialmente quello Caraibico, trae energia dalla terra. La Disciplina che sto praticando in questi ultimi anni, ha gli esercizi fondamentali che sono legati alla Terra e dopo anni e anni di pratica, innalza l’Uomo verso il cielo. Tanta fatica per un cazzo. Ma per adesso sono ancora a terra, anzi rasoterra.
Aria. Facile con l’Acido Lisergico, più complesso se si vuole imparare a saltare e l’uso di ali artificiali. Qualche salto lo devo fare perché me lo richiedono agli esami, ma mi sollevo con la grazia e l’agilità, appunto, del Maiale: mi dicono: “fai Girare le gambe come vento” : e si vedono i due zamponi che fanno il mulinello in aria (a una spanna da terra). Con lenticchie
Però Aria-Terra cioè le cadute mi vengono da Dio: andare giù è facile anche se l’impatto al suolo è imbarazzante.
L’acqua è il mio elemento primario, la canoa per 20 anni, il nuoto e l’apnea fanno di me un delfino. (scusate ma sto schiattando dal ridere). Delfino…Balena forse è più adeguato…. Foca…Otaria…ecco, sì.
Quindi in tutto o tre elementi su quattro; manca il fuoco e poi posso essere immortale.
Ma mi immagino al contatto col fuoco. Stinco in crosta.
sabato 28 novembre 2009
Prima Poesia Segreta del Mistero dell’ Immortalità (Raghavendra) I
“Il Maiale domina gli elementi”
Vuol dire che quando avrà il controllo sugli elementi allora il Maiale raggiungerà l’immortalità.
E fin qui non ho detto niente. Gli orientali ne hanno almeno 5 e più o meno sono gli stessi (Terra, Metallo, Acqua, Legno, Fuoco), quindi se fossi orientale dovrei dominarne cinque. E qui mi va di culo, sono Occidentale e tiè, 4 elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco), se fossi, che ne so, Romulano andrebbe ancora meglio (Tre: Rhun, Fdher e Zhua; la risposta alla domanda che ti stai facendo è “non lo so” ) o addirittura Due degli Zerg (Word non accetta i caratteri Zerghiani ma sono in pratica Pieno-Vuoto,o Uno-Zero, o roba del genere). Raghavendra contesterebbe, ma lui è Hindi quindi lui si cucca cinque elementi; la prossima volta invece di starsene sul Gange se ne fosse venuto in Lombardia, avrebbe guadagnato un elemento, mangiate bene e poi vuoi mettere le abluzioni nell’Oglio?
Vuol dire che quando avrà il controllo sugli elementi allora il Maiale raggiungerà l’immortalità.
E fin qui non ho detto niente. Gli orientali ne hanno almeno 5 e più o meno sono gli stessi (Terra, Metallo, Acqua, Legno, Fuoco), quindi se fossi orientale dovrei dominarne cinque. E qui mi va di culo, sono Occidentale e tiè, 4 elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco), se fossi, che ne so, Romulano andrebbe ancora meglio (Tre: Rhun, Fdher e Zhua; la risposta alla domanda che ti stai facendo è “non lo so” ) o addirittura Due degli Zerg (Word non accetta i caratteri Zerghiani ma sono in pratica Pieno-Vuoto,o Uno-Zero, o roba del genere). Raghavendra contesterebbe, ma lui è Hindi quindi lui si cucca cinque elementi; la prossima volta invece di starsene sul Gange se ne fosse venuto in Lombardia, avrebbe guadagnato un elemento, mangiate bene e poi vuoi mettere le abluzioni nell’Oglio?
venerdì 27 novembre 2009
Cani al pascolo I
Mi vado ad allenare al parchetto sotto casa. E da buon cittadino medio che non ha animali domestici, prima mi irrito, poi mi sdegno e infine mi incazzo come un cinghiale quando i loro padroni, lasciano liberi i cani dal guinzaglio a scorazzare e “altro”, fuori dagli spazi loro riservati.
Nel “mio” parchetto sono 4 i tizi i che fanno questo. Li ho identificati.
Uno di questi ha un setter grigio e marrone.
Quell’imbecille un paio di domeniche fa lo aveva lasciato libero e questo era venuto nel “mio” praticello a pascolare.
Mi sono fermato e mi sono sbracciato per indicare al padrone di richiamarlo e che stava per sporcare.
E questo non va a capire che stavo facendo dei complimenti del tipo “ah che bel cane, ah come è simpatico, ah guarda come caga bene nel prato dove mi sdraio per terra”?. E mi fa un sorriso da ebete.
A questo punto il cane, che intanto ha trovato la sua dimensione, inizia a cagare, al che io sempre con linguaggio del corpo riesco farmi capire che non doveva farlo. Lui allarga le braccia come per dire “che ci posso fare?” e se ne va senza pulire.
L’ho vaffanculeggiato ad alta voce.
Adesso il “mio” praticello sembra la sala da pranzo della mucca Carolina.
Nel “mio” parchetto sono 4 i tizi i che fanno questo. Li ho identificati.
Uno di questi ha un setter grigio e marrone.
Quell’imbecille un paio di domeniche fa lo aveva lasciato libero e questo era venuto nel “mio” praticello a pascolare.
Mi sono fermato e mi sono sbracciato per indicare al padrone di richiamarlo e che stava per sporcare.
E questo non va a capire che stavo facendo dei complimenti del tipo “ah che bel cane, ah come è simpatico, ah guarda come caga bene nel prato dove mi sdraio per terra”?. E mi fa un sorriso da ebete.
A questo punto il cane, che intanto ha trovato la sua dimensione, inizia a cagare, al che io sempre con linguaggio del corpo riesco farmi capire che non doveva farlo. Lui allarga le braccia come per dire “che ci posso fare?” e se ne va senza pulire.
L’ho vaffanculeggiato ad alta voce.
Adesso il “mio” praticello sembra la sala da pranzo della mucca Carolina.
martedì 24 novembre 2009
Di cloro e di zolfo
Non sapendo che argomento trattare nel primissimo post di inaugurazione del blog, ho pensato a questo ricordo .
A quattro anni iniziai il mio primo sport, il nuoto; come tutti del resto, per stare dritti, per diventare alti e per “non annegare nei gorghi del Po” (!). Cosi voleva mia madre e portò mia sorella e me a “fare il morto” in piscina.
Solo che mia madre era terrorizzata dalle verruche e dopo la piscina e la doccia, ci aspettava a casa un’altra doccia con una saponetta a base di zolfo, “per prevenzione”.
Cloro e zolfo. Siccome mio padre, che ogni tanto mi buttava qua e là delle nozioni di chimica, mi aveva detto che il cloro e lo zolfo con l’idrogeno formavano due sostanze “pericolosissimemortali” e che l’acqua era fatta di ossigeno e idrogeno, potete capire in che stato d’animo mi facevo questa doccia dopo la piscina.
Andai avanti con questi bagni acidi fino a 7 anni quando mi capitò sul tallone una verruca. E l’unico ricordo che ho di quel momento è: mia madre al mare sulla spiaggia con una spilla da balia e dell’acqua ossigenata che scava dentro il mio piede per “cercare la radice”.
“Mamma, ho una pianta nel piede?”
“Si più o meno”
“È per questo che si dice pianta del piede? Boh? a me mi fa male”.
“Si, ma poi passa”
E infatti passò.
…
“Maammaaa dov’è il sapone con lo zolfoooo?”
“Non ce n’è più, usa quello bianco nella bacinella”
“Questo grosso con scritto SOOOLEEE?”
“Si!”
“Ma non puzzaaa!”
“Meglio!”
…
“Maammaaa? Dov’è il sapone per lavare panni che mi lavo i piediii?”
“Hai fatto la doccia dopo la piscina?”
“Siii”
“Allora vieni a mangiare”
“E le verruucheee?”
“Non ti vengono più.”
“Perchéee?”
“Perché usi le ciabatte”
“Meno male, quindi non mi vengono piu?”
“si”
“Maammaaa, sei sicuraaa?”
“si”
“Non mi vengono più come la varicellaaaa?”
“Ho fatto la maionese.”
“Arrivooo!”
A quattro anni iniziai il mio primo sport, il nuoto; come tutti del resto, per stare dritti, per diventare alti e per “non annegare nei gorghi del Po” (!). Cosi voleva mia madre e portò mia sorella e me a “fare il morto” in piscina.
Solo che mia madre era terrorizzata dalle verruche e dopo la piscina e la doccia, ci aspettava a casa un’altra doccia con una saponetta a base di zolfo, “per prevenzione”.
Cloro e zolfo. Siccome mio padre, che ogni tanto mi buttava qua e là delle nozioni di chimica, mi aveva detto che il cloro e lo zolfo con l’idrogeno formavano due sostanze “pericolosissimemortali” e che l’acqua era fatta di ossigeno e idrogeno, potete capire in che stato d’animo mi facevo questa doccia dopo la piscina.
Andai avanti con questi bagni acidi fino a 7 anni quando mi capitò sul tallone una verruca. E l’unico ricordo che ho di quel momento è: mia madre al mare sulla spiaggia con una spilla da balia e dell’acqua ossigenata che scava dentro il mio piede per “cercare la radice”.
“Mamma, ho una pianta nel piede?”
“Si più o meno”
“È per questo che si dice pianta del piede? Boh? a me mi fa male”.
“Si, ma poi passa”
E infatti passò.
…
“Maammaaa dov’è il sapone con lo zolfoooo?”
“Non ce n’è più, usa quello bianco nella bacinella”
“Questo grosso con scritto SOOOLEEE?”
“Si!”
“Ma non puzzaaa!”
“Meglio!”
…
“Maammaaa? Dov’è il sapone per lavare panni che mi lavo i piediii?”
“Hai fatto la doccia dopo la piscina?”
“Siii”
“Allora vieni a mangiare”
“E le verruucheee?”
“Non ti vengono più.”
“Perchéee?”
“Perché usi le ciabatte”
“Meno male, quindi non mi vengono piu?”
“si”
“Maammaaa, sei sicuraaa?”
“si”
“Non mi vengono più come la varicellaaaa?”
“Ho fatto la maionese.”
“Arrivooo!”
sabato 14 novembre 2009
"L'animale più nobile della Natura aspira a correre più veloce del Tempo. Gli anni passano; cambiano le cose e le persone. Lui invece se la ride perchè lui non cambia, al massimo muta. [...] E' sempre in movimento ed è per questo che il Tempo non riesce mai a afferrarlo." (L.G. Parker). Ho iniziato a fare sport a 4 anni e continuo ancora perchè il Porco non vuole diventare insaccato. E' per questo che vado dall'osteopata.